Morto in Messico: emerge anche la pista dei narcos

L’ultima lettera di Matteo Dean, 36 anni, il giornalista triestino, attivista per i diritti civili, morto sabato scorso in uso strano incidente stradale a Città del Messico, porta la data del 5...
sterle trieste protesta autonomi al confine di fernetti
sterle trieste protesta autonomi al confine di fernetti

L’ultima lettera di Matteo Dean, 36 anni, il giornalista triestino, attivista per i diritti civili, morto sabato scorso in uso strano incidente stradale a Città del Messico, porta la data del 5 giugno. È una e-mail che Matteo (nella foto sopra con il cappellino Ezln durante una manifestazione no-global) aveva inviato al giornalista dell’Espresso Gigi Riva con il quale collaborava. In questa lettera racconta quello che sta facendo in Messico, ma soprattutto dà una certa concretezza all’ipotesi che dietro alla sua morte ci possa anche essere la pista dei narcos. E cioè il traffico di droga.

Scrive Matteo: «È cominciata ieri (il 4 giugno, ndr) la carovana per la Pace con Giustizia e Dignità, il secondo tempo dello sforzo della società civile messicana per fermare la violenza causata dalla “guerra al narcotraffico” e proporre alternative all’attuale strategia governativa». E racconta: «Oltre 40 bus stanno percorrendo gli oltre 2mila chilometri che condurranno la carovana da Città del Messico sino a Ciutad Juarez, dove è prevista per il 10 giugno (e cioè il giorno prima della sua morte) la firma del patto nazionale cittadino che, non solo esige uno stop all’attuale grado di violenza, ma chiede misure concrete per cambiare strategia, instaurare meccanismi di partecipazione democratica, strumenti anticorruzione. Significativo che l’11 giugno vi sarà pure un incontro alla frontiera con gli Usa, giacché, dicono i messicani, gli statunitensi sono corresponsabili dell’attuale situazione». Continua: «Forse sembra poco. Ma lo sforzo che si sta facendo in queste settimane è importante. È il primo vero tentativo di rompere il muro del silenzio e della rassegnazione in un Messico dove ormai muoiono 50 persone al giorno per questioni legate al narco. Vi sono stati già oltre 40mila morti e il futuro non offre migliori prospettive...». (c.b.)

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