Morto per il crollo del palco di Jovanotti a Trieste: «Condannate il promoter del concerto»

Il pm chiede due anni per il capo di Azalea Tramontin per il decesso del 20enne Pinna che stava montando la struttura
Una immagine del palco che avrebbe dovuto ospitare stasera il concerto di Jovanotti, ''accartocciato'' su se stesso dopo il crollo che ha provocato la morte di un operaio di 20 anni ed il ferimento di dodici addetti all'interno del PalaTrieste a Trieste, 12 dicembre 2011. ANDREA LASORTE/ANSA
Una immagine del palco che avrebbe dovuto ospitare stasera il concerto di Jovanotti, ''accartocciato'' su se stesso dopo il crollo che ha provocato la morte di un operaio di 20 anni ed il ferimento di dodici addetti all'interno del PalaTrieste a Trieste, 12 dicembre 2011. ANDREA LASORTE/ANSA

TRIESTE Due anni esatti, con la possibilità dunque della sospensione condizionale della pena: è la richiesta avanzata dal pubblico ministero Matteo Tripani al giudice Massimo Tomassini nei confronti di Loris Tramontin, il titolare di Azalea Promotion, imputato nel processo per il crollo del palco al PalaTrieste, su cui Jovanotti avrebbe dovuto esibirsi il 12 dicembre 2011, ma che invece saltò in quanto quel palco crollò prima del concerto causando la morte del giovanissimo Francesco Pinna, impegnato con altri a montarlo.

Crollo del palco di Jovanotti, la simulazione dell'accusa


L’altro giorno è tornato alla ribalta il processo iniziato nel 2014 per il numero uno della storica società che promuove e organizza concerti. Anche all’epoca infatti la realtà friulana di eventi si era occupata di coordinare la venuta del cantante molto amato dai giovani. Ma qualcosa, al PalaTrieste, andò storto durante il montaggio della struttura in alluminio, che implose all’improvviso. Pinna, studente e lavoratore, perse la vita. Feriti altri dieci.

Il palco era collassato per un eccesso di carico, come è stato anche provato in altro iter giudiziario che ha coinvolto altri soggetti. Ma la tragedia è stata causata sia dagli errori di progettazione che dalla carenza di indicazioni tra i differenti responsabili del montaggio.

Crollo del palco di Jovanotti, simulazione della difesa


Tramontin è accusato di disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose plurime, ma anche di non aver nominato un responsabile della sicurezza. Con il suo avvocato Riccardo Cattarini ha scelto il procedimento ordinario, a differenza di un altro imputato, l’ingegner Andrea Guglielmo, che negli scorsi anni è già stato giudicato in rito abbreviato di primo grado e in Corte d’Appello.

Nel corso dell’ultima udienza a parlare è stato in particolare il pm ma anche una delle parti civili in rappresentanza di uno dei feriti, che in sede civile ha intenzione di avanzare una nuova richiesta di risarcimento. Anche se diverse parti offese hanno ottenuto già in passato una serie di indennizzi.

L'udienza degli scorsi giorni davanti al giudice Tomassini è probabilmente il penultimo step prima della sentenza. Il 15 febbraio 2019 alle 15 sarà infatti il momento delle discussioni e, successivamente, del giudizio finale.

Nelle scorse puntate a Palazzo di giustizia erano stati sentiti esperti e consulenti. In una di queste occasioni era stato ascoltato l’ingegner Franco Curtarello - consulente nominato dal pubblico ministero Tripani - che aveva illustrato le cause del crollo della struttura in alluminio. A suo giudizio il palco montato all’interno del palazzetto era crollato per un eccesso di carico, implodendo su se stesso a causa del peso della costruzione della struttura e delle apparecchiature che vi erano state fissate, ma anche e soprattutto a causa di una progettazione non conforme. Quanto alla testimonianza resa da uno dei tecnici aziendali, ci si era soffermati soprattutto sui rapporti contrattuali che legavano Azalea a Trident, azienda che si era occupata in quell’occasione dell’offerta a livello nazionale dello spettacolo di Jovanotti, che alla fine non si esibì. Anzi, il suo tour venne sospeso.

Nonostante il Tribunale abbia già condannato, anche attraverso la Corte d’Appello, l’ingegner Guglielmo, incaricato in quell’occasione della verifica statica dell’impalcatura collassata, a difesa di Tramontin l’avvocato Cattarini resta fermo sulla propria posizione. «Ho ascoltato con attenzione la requisitoria del pubblico ministero, sempre preciso e puntuale, ma noi riteniamo che in punto di diritto il processo ci darà ragione. Ne discuteremo la prossima volta». —


 

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