Mossa, proprietario dell’ex fornace assolto dall’accusa di abusi edilizi

Il giudice ha disposto pure il dissequestro, dopo cinque anni, dell’ area che si trova in via Blanchis Il contenzioso con l’amministrazione comunale. Il progetto di recupero e riqualificazione della zona
Di Franco Femia
Bumbaca Gorizia 30.05.2009 Fornace di Mossa - Foto di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 30.05.2009 Fornace di Mossa - Foto di Pierluigi Bumbaca

MOSSA. La vecchia fornace di Mossa è stata dissequestrata ed è tornata nella disponibilità del proprietario, l’imprenditore vitivinicolo Marco Scolaris di san Lorenzo Isontino. A deciderlo è stato il giudice monocratico del tribunale di Gorizia che ha assolto Scolaris dall’accusa di lottizzazione abusiva perché il fatto non sussiste. E ha ordinato il dissequestro dell’area. Il pubblico ministero Luigi Leghissa aveva in una precedente udienza rinunciato al capo di imputazione che riguardava gli abusi edilizi, mentre per la lottizzazione aveva chiesto la condanna di Scolaris a 2 mesi di reclusione e 16mila euro di multa oltre alla confisca dell’area.

Di parere avverso il difensore di Scolaris, l’avvocato Paola Calvano, che ha fatto emergere nel corso della sua arringa come nella fase dibattimentale fosse emerso che nessuna violazione edilizia era stata compiuta dal suo cliente come poi è emerso dalla sentenza del giudice. Ora bisognerà attendere il deposito della sentenza per capire le motivazione adotte dal giudice.

Un contenzioso che dura da cinque anni da quando, nel luglio 2008 la Procura della Repubblica, su segnalazione dei carabinieri di San Lorenzo, aveva disposto il sequestro dell’area dell’ex fornace per le ipotesi di reato di abusi edilizi. In tutti questi anni ci sono stati diversi ricorsi al Tar che, a detta dell’avvocato Calvano, hanno sempre dato ragione a Scolaris, al quale si chiedeva di demolire manufatti che non aveva mai realizzato.

L’imprenditore di San Lorenzo aveva acquistato l’ex fornace, che si trova in via Blanchis, con i terreni adiacenti nel 2001 con l’obiettivo di farla rivivere realizzando una nova azienda, con una cantina aperta na nuove forme innovative di turismo enologico.

Questi progetti si sono arenati per l’intervento del Comune di Mossa che ha accusato Scolaris di aver effettuato alcuni lavori di sistemazione delle fornaci senza alcuni titolo abilitativo. Tra le accuse anche quelle di aver costruito un pezzo nuovo di fornace, accuse che Scolaris ha sempre respinto e che sono state anche oggetto di discussione durante il processo. «Quel manufatto - ha sempre detto Scolaris - esisteva ben prima degli anni Sessanta e ci sono foto che lo testimoniano». Il Tar ha respinto la richiesta di demolizione di quel manufatto dando quindi ragione a Scolaris.

Fino al 2007 c’era stato anche un dialogo tra l’azienda vitivinicola e il Comune, che aveva anche nel 2007 predisposto e approvato, con l’appoggio della minoranza, una variante al piano regolatore per permettere un recupero e una riqualificazione ambientale ed economica dell’intera area. Ma il Comune sostiene di non aver mai ricevuto un Piano attuativo. Poi, con il sequestro dell’area ogni dialogo tra le parti si è interrotto e la parola dal 2009 è passata alle carte bollate.

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