Motoscafo killer Processo bis e stesso giudice per il tycoon
SEBENICO. Partità il 20 febbraio il processo bis a carico di Tomislav Horvatin›i„, 70 anni, accusato di essere responsabile della morte in mare dei coniugi padovani Francesco Salpietro e Marinelda Patella. Il procedimento sarà celebrato ancora al Tribunale comunale di Sebenico. E ancora una volta vedrà presidente della corte la giudice Maja Supe, al centro di molte polemiche dopo il primo verdetto emesso. Il controverso tycoon zagabrese era stato condannato nel novembre 2015 a venti mesi di reclusione con la condizionale di tre anni: una sentenza che da più parti era stata ritenuta poco o punto severa per quanto accadde quel 16 agosto 2011 nelle acque a sud di Capocesto (Primosten), nella Dalmazia centrale. Quel giorno i due coniugi veneti erano a bordo della loro barca a vela Santa Pazienza, che procedeva a una velocità di non oltre 4,2 nodi. Sull’imbarcazione era piombato alla velocità di circa 25 nodi il potente motoscafo di Horvatin›i„, il Santa Marina, che aveva scavalcato la barca italiana uccidendo all'istante i coniugi. Lo scafo del croato, che aveva a bordo una giovane donna, si era incagliato a diverse centinaia di metri dall'incidente; Horvatin›i„ non si era interessato alla sorte dei velisti italiani.
Al momento dell’impatto il fuoribordo killer procedeva col pilota automatico inserito, a una velocità proibita in quel tratto di mare dove il massimo consentito è 5 nodi, e a meno di 300 metri dalla costa. La giudice Supe, nel motivare il verdetto, aveva parlato di guida irresponsabile e di errori, con Horvatin›i„ imprudente in relazione a un suo problema di salute. Stando alla Difesa infatti sarebbe stato colpito da sincope (svenimento) pochi attimi prima della collisione. Contro il verdetto il procuratore di Sebenico, Irena Sene›i„, aveva inoltrato ricorso - poi accolto - parlando di vizi procedurali e condanna troppo mite Horvatin›i„, già in passato responsabile di incidenti in mare e alla guida di auto. Lo stesso console generale d'Italia a Fiume, Paolo Palminteri, si era detto «un po' deluso» dal verdetto. Ora il processo bis. Con la corte presieduta dalla stessa giudice.(a.m.)
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