Muggia, polemica politica sul linguaggio di don Alex

MUGGIA. «Chi alza le mani e pesta una ragazza è una merda». Pensiero condivisibile, forse aspro nella forma ma ineccepibile nel contenuto. Ma se a utilizzare tale parole è un sacerdote, allora la suscettibilità di qualche credente potrebbe essere toccata? Pare proprio di sì.
A Muggia don Alex Cogliati, parroco di San Matteo Apostolo, è intervenuto sul social network Facebook per commentare un fatto privato occorso nella cittadina. Parole forti per condannare uno degli atti più vili che un essere umano possa compiere. La parola "merda" però non è proprio andata giù al consigliere comunale del Pdl-Udc Claudio Grizon, che ha ripreso l'intervento di don Alex commentandolo così: «Quando un sacerdote (per altro legge “Repubblica”) usa pubblicamente su Facebook questi termini, anche se per condannare un fatto deplorevole e grave, evidentemente mi chiedo quali siano gli esempi e gli stili di vita che propone ai giovani di Muggia... per l'amor di Dio, don Alex è una persona simpatica ma lo stile in questo caso non posso condividerlo...».
Insomma: ok alla sostanza, no alla forma. Interpellati ieri, i due protagonisti della querelle a distanza hanno mantenuto le loro posizioni. «Ho commentato così il post di don Alex perché sono rimasto colpito dalla parola che ha usato, essendo un prete», spiega Grizon. «Mi rendo conto di avere usato un termine forte, però davanti a certe cose non ci possono essere vie di mezzo e non si può tollerare qualche mediocre recriminazione di maniera» replica don Alex.
Sul profilo del consigliere Grizon è intervenuto poi il collega di partito Paolo Prodan: «Per me la forma è sostanza e se il messaggio forte che si vuole dare è quello di essere contrari alla violenza bisogna essere non violenti anche nelle parole. Nessuno tocchi Caino, diceva qualcuno... e anche il Magistero della Chiesa non ha mai visto di buon occhio la Teologia della liberazione che predicavano anche l'uso della violenza. Detto questo, una parola in un commento o un tweet può scappare ma di certo non amplia la platea dei contrari alla violenza come si presume fosse la base del pensiero di partenza. La correzione fraterna non guasta mai no?» Stefano Decolle, assessore cattolico praticante, si schiera apertamente con don Alex: «Come sempre le parole hanno peso diverso, dipende da chi le pronuncia. Quando le pronuncia un prete devono diventare momento di riflessione. Allora chiedo: è più censurabile la parola forte, anche scurrile piuttosto che il gesto che la provoca? Io la penso come don Alex, chi alza le mani e pesta una ragazza è una merda!». Il vicesindaco Marzi tuona: «Chiunque si ponga il problema dell'uso di un termine, che esattamente descrive la natura di chi può anche solo pensare a picchiare una ragazza, deve essere connotato attraverso termini anche peggiori!». Insomma, a Muggia, il dibattito è aperto.
Riccardo Tosques
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