Muggia, stangata Tares sulle coppie senza figli

MUGGIA. Muggia si prepara al debutto della Tares, con quel pizzico d’insofferenza che accompagna ormai consuetamente l’introduzione di ogni nuovo “balzello”. Nei giorni scorsi, durante una commissione congiunta, si è discusso il regolamento del tributo sui rifiuti urbani che sostituirà la “defunta” Tarsu, naturalmente ritoccandola all’insù. Il piano finanziario approderà in Consiglio comunale, per l’approvazione, martedì 25 giugno. Il Comune giura di aver profuso ogni sforzo possibile per tutelare le famiglie, mentre parte dell’opposizione denuncia la “stangata” in arrivo.
L’assessore muggesano ai tributi e al bilancio, Valentina Parapat, inquadra la situazione: «La Tares mira a coprire al 100% i costi relativi alla gestione dei rifiuti, dalla raccolta allo smaltimento, oltre a quelli collegati ad alcuni servizi. Il principio è: chi produce più immondizia, paga di più». Il Comune di Muggia, sostiene Parapat, intende contenere gli aumenti sulle utenze domestiche, pur evitando di pesare eccessivamente sulle tasche dei commercianti. Una vera e propria impresa, visto che in questi casi l’adagio popolare sulla coperta corta è appropriato più che mai. Stando alle previsioni degli uffici, il 61% delle contribuzioni arriverà dalle famiglie e il 39% dalle utenze non domestiche: una partizione che si avvicinerebbe molto alla proporzione dell’effettiva mole di rifiuti prodotta dalle suddette categorie. Secondo l’assessore, sarà proprio la struttura del tributo (decisa ovviamente a livello nazionale) a rendere l’esborso più oneroso per molti soggetti, oltre a restringere gli spazi di manovra dell’ente comunale.
In soldoni, d’ora in poi, l’imposta si pagherà non più soltanto in funzione dei metri quadrati degli edifici, ma anche del numero dei componenti il nucleo familiare. Questa “porzione” inedita inciderà sull’importo per il 75%, mentre quella determinata dalle dimensioni dell’immobile per il 25%. E poi ci sono quei famigerati 30 centesimi per metro quadrato da sommare al saldo, ossia la cosiddetta “maggiorazione” che finirà nelle casse dello Stato, e non dei Comuni. Insomma, assicura Parapat, «gli aumenti sono insiti nella tassa». «Il metodo proposto dal ministero prevedeva ricarichi spaventosi sulle famiglie, poiché non contemplava una valutazione di favore rispetto agli altri utenti: abbiamo apportato un correttivo che punta ad agevolare i nuclei con più di tre componenti, mentre per le prime due fasce (unico occupante o coppia) il coefficiente risulta giocoforza più alto», precisa l’assessore.
Eppure Daniele Mosetti, consigliere rappresentante Fratelli d’Italia, ha fatto notare che «verranno colpite soprattutto le giovani coppie e le famiglie numerose». Alcuni esempi: in abitazioni da 60 metri quadrati, l’importo per le coppie passerà da 115 euro all’anno a 204 (+78%); le famiglie da tre, quattro e cinque persone pagheranno rispettivamente 93, 130 e 193 euro in più (+81%, +113%, +168%). Significativi, anche se meno eclatanti, anche i rialzi sui 100 metri quadrati, mentre chi vive in “villetta” (150 mq) soffrirà di meno. Parapat risponde: «Le dimore più grandi pagavano già un importo maggiore, poiché le dimensioni erano l’unico parametro applicato; è chiaro che la “stangata” appare più evidente per quelle famiglie che abitano in appartamenti o monolocali, poiché ora bisogna computare anche il numero di persone. Abbiamo fatto il possibile – conclude l’assessore – ma se Mosetti ha un’altra ricetta, la ascolteremo».
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