Mughini mattatore contro le Brigate rosse e in difesa dell’italiano

Cormons. «Quando negli anni delle stragi BR mi invitavano ad una cena tra amici ponevo una condizione: se mai qualcuno dei presenti avesse giustificato quei terribili fatti con frasi del tipo “Sono compagni che sbagliano”, gli avrei rovesciato la zuppa in faccia». Il giornalista Giampiero Mughini, ospite di richiamo della serata di venerdì a CormonsPop, ha confermato di non essere uno che le manda a dire. Partendo dal suo libro “Era di maggio”, ha ripercorso l’epoca dal ’68 in poi tra Francia, dove i moti sessantottini hanno preso forma proprio mentre il 27enne Mughini viveva a Parigi, e Italia, dove la rivoluzione sociale di quel periodo storico ha lasciato spazio poi ai cruenti anni di piombo.

«In Francia non ci sono state le BR perché là c’erano anticorpi culturali che non hanno dato la possibilità all’estremismo di svilupparsi. Qui, invece, è stato purtroppo diverso». Mughini ha ricordato la sua tribolata separazione da una certa ideologia: «Scrissi un libro dal titolo “Compagni, addio”. Una persona che ritenevo amica mi fece sapere che mi avrebbe tolto il saluto. Le dissi: sono io che tolgo il saluto a te, non tu a me». Infine, l’amore per la lingua italiana: «Ho ascoltato una ragazza dire “un attimino”. Inaccettabile: l’attimo non si scompone, non può essere “ino”».

CormonsPop si chiuderà oggi tra Vinilandia (mostra di vinili e cd d’epoca in sala Italia), due presentazioni di libri in sala civica (dalle 17 prima “La ragazza di Chagall” di Antonella Sbuelz e poi “L’arancia nel cesto” di Giovanni Marzini con Bruno Pizzul) ed il concerto finale di Alberto Fortis “Musiche e parole da una rivoluzione” alle 19 in Teatro. –

M. F.

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