Muore travolto da una lastra di ferro

UDINE Uno seduto sul muretto, ammutolito e con la testa tra mani. Un altro ripete incredulo «L’aveva fatto centinaia di volte, era uno esperto». I colleghi del goriziano Andrea Mian, 53 anni, vittima ieri di un infortunio sul lavoro avvenuto in via del Cotonificio, a Udine, accanto all’acquedotto, ancora non possono credere a quanto è successo. È troppo doloroso aver perso il compagno di tante fatiche e quasi non riescono a parlarne. Le frasi rimangono a metà. E la consapevolezza di aver fatto di tutto per cercare di salvarlo non sembra essere di conforto.
Erano circa le 11 quando in un’area gestita dal Cafc (Consorzio per l’acquedotto del Friuli Centrale) è scattato l’allarme. In quei minuti alcuni addetti della Ici Coop di Ronchi dei Legionari stavano smantellando il cantiere che, lo scorso agosto, era stato allestito intorno all’acquedotto per impermeabilizzare l’intera struttura “a fungo” che sovrasta la città. I lavori miravano dunque a evitare che l’infiltrazione dell’acqua nel cemento.
Il personale del 118 è arrivato insieme con polizia e vigili del fuoco per soccorrere l’operaio che era stato investito da una lastra di ferro, di quelle che si usano per coprire temporaneamente gli scavi.
Agli occhi dei sanitari le condizioni del ferito sono apparse subito molto serie e così, al termine delle manovre di stabilizzazione, il paziente è stato trasportato con la massima urgenza all’ospedale Santa Maria delle Misericordia. Ad accompagnarlo idealmente, su quell’ambulanza con le sirene accese, i cuori dei colleghi, un’unica speranza, quella nella vita.
Secondo una prima ricostruzione della polizia, al momento dell’incidente alcuni operai stavano caricando grandi lastre metalliche su un camion quando, all’improvviso, una di queste (che era stata agganciata con la gru dello stesso veicolo) ha colpito Adrea Mian all’altezza del torace. I colleghi si sono precipitati per cercare di alleggerirlo dall’enorme peso. Lo hanno fatto con tutte le loro forze, fino allo stremo, per far sì che riuscisse a respirare in quei drammatici momenti di attesa dei soccorsi.
Sul posto, per accertare la dinamica dell’infortunio, oltre agli agenti della Squadra volante, c’erano anche i responsabili del reparto “Prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro” dell’Azienda sanitaria 4 Friuli centrale. Ha effettuato un sopralluogo anche il pm di turno, Letizia Puppa: la Procura di Udine, come ha spiegato lo stesso procuratore capo Antonio De Nicolo, ha avviato un’inchiesta che poi sarà condotta dal sostituto procuratore Claudia Finocchiaro appartenente al gruppo di magistrati che si occupano di infortuni. A un medico legale sarà poi affidato l’incarico di eseguire l’autopsia.
Furio Honsell ha manifestato vicinanza alla famiglia di Andrea Mian: «Esprimo il profondo cordoglio e il dolore della città e mio personale di fronte a questa tragedia che ha colpito luttosamente la nostra comunità con la morte di un operaio, simbolo dell’etica del lavoro per questo territorio». Il primo cittadino ha manifestato anche «costernazione e preoccupazione per il fatto che oggi, malgrado tutta la cultura della sicurezza sul lavoro, queste tremende tragedie possano ancora abbattersi».
«È una notizia che mi rattrista molto. Giunga alla famiglia l’espressione del mio più profondo cordoglio» ha aggiunto l’assessore regionale al lavoro Loredana Panariti. «Credo sia sempre più necessario – ha concluso – rafforzare la cultura della sicurezza e della prevenzione per fare capire che non si tratta di impedimenti, ma di elementi indispensabili per ridurre il più possibile gli incidenti e migliorare la qualità del lavoro». Andrea Mian lascia moglie e figli.
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