Muretti carsici, proibito usare il cemento

Vincoli paesaggistici e divieti di ogni genere ostacolano le attività agricole sull’altipiano

PROSECCO. Ristrutturare o compattare a regola d'arte un muretto a secco potrebbe sembrare cosa facile. Eppure oggi questa antica arte, fondamentale in una provincia come quella triestina caratterizzata da terrazzamenti e pastini, sembra smarrita. E tra i tanti vincoli esistenti, c'è pure quello che impedisce di ricomporlo con l'aiuto di malte o cemento. Di vincoli paesaggistici e della difficoltà di sviluppare economicamente il territorio comunale a ovest dell'altipiano Carsico si è parlato alla trattoria sociale di Prosecco in uno degli appuntamenti inseriti nella tradizionale Fiera di San Martino. All'appuntameno erano presenti l'assessore comunale alla Pianificazione urbana Elena Marchigiani, il vicepresidente della Provincia Igor Dolenc, il presidente del parlamentino di Altipiano Ovest Roberto Cattaruzza, il presidente dell'Associazione agricoltori Franc Fabec. Tra il pubblico, numerosi piccoli produttori delle aree di Contovello e Prosecco, quelli che da tempo cercano di superare degrado e vincoli di ogni tipo per continuare a coltivare i pastini e i terrazzamenti del costone carsico, campagne che per esposizione al sole, per qualità del terreno e per micro clima appaiono le più votate dell'intera provincia per la coltura della vite, dell'olivo, del fiore.

Operatori che, proprio a causa dei diversi vincoli imposti dalle normative vigenti, si trovano in difficoltà e stentano a impostare nuove attività che oltre a procurare reddito risultano lo strumento più efficace per tutelare l'ambiente. Tra i diversi esempi di approcci difficoltosi, quello di una proprietaria impegnata a creare un singolare allevamento di asini da “trekking” e impedita da vincoli incrociati: da una parte quello del piano regolatore che vieta la costruzione di un riparo per gli animali (come invece prevede l'azienda sanitaria), dall'altra quello della Forestale che proibisce l'abbattimento di alcune piante sviluppatesi in modo autonomo.

Per reimpiantere viti e olivi – secondo i proprietari - è necessario ripristinare gli antichi sentieri necessari a trattori e motofalciatrici per raggiungere i poderi. «Per consolidare i pastini – spiega Roberto Cattaruzza – bisognerebbe rintracciare qualche artigiano capace di rimettere a bolla quei muretti a secco che li contengono». Forse, come suggerisce il presidente della Riserva Marina di Miramare Maurizio Spoto, sarebbe utile entrare in contatto con quelle realtà austriache che, al pari di Trieste, soffrono dei medesimi problemi, e che attraverso l'esperienza di uno dei pochi artigiani rimasti e con i fondi comunitari, stanno creando una scuola che insegna a rifare i muretti secondo tradizione. Nel suo intervento, l'assessore Marchigiani ha informato sul percorso del nuovo strumento urbanistico che dovrebbe mettere i coltivatori in condizione di poter agire con meno difficoltà. L'assessore ha dimostrato interesse per la proposta avanzata da due storiche società economiche locai che intendono mettere a disposizione alcuni ambienti per la promozione dei prodotti locali.

Maurizio Lozei

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