Musei provinciali, il Comune attacca e rivendica la proprietà

La giunta approva una delibera e chiede ufficialmente alla Regione un passo indietro Romoli: «Non va disperso quello che è unicum di grande valore per il territorio»
Di Francesco Fain

, dicevano i latini. Quante volte l’amministrazione comunale ha manifestato (verbalmente) il desiderio di diventare proprietario dei Musei provinciali? Innumerevoli. Ma oggi c’è un passo in avanti importante. Questa volontà viene espressa ufficialmente e per iscritto in una delibera appena approvata dalla giunta comunale. Il titolo? «Manifestazione di volontà a rientrare nella proprietà dei beni mobili dei Musei provinciali di Gorizia»: beni mobili, vale a dire le pregiate collezioni, che valgono (è notizia di ieri) 94,4 milioni di euro. Un autentico tesoro che il territorio non vuole assolutamente lasciarsi scappare di mano perché tale patrimonio, si legge nella delibera, «è costituito da beni storico-artistici ed etnografici, archeologici, librari, fotografici ed archivistici, espressione della cultura e dell’arte della millenaria storia della città di Gorizia». E non va disperso «quello che può e deve essere considerato un unicum di grande valore per il territorio nella sua completa ed inscindibile interezza».

No, il Comune di Gorizia non molla e non si arrende davanti al progetto portato avanti tenacemente dall’assessore Torrenti. La giunta chiede ufficialmente di entrare in possesso del patrimonio dei Musei provinciali. Nella delibera approvata all’unanimità si esprime, infatti, la “ferma volontà” di rientrare nella proprietà del patrimonio mobiliare museale presente nel Comune di Gorizia, attualmente di proprietà della Provincia. «Credo che la richiesta sia sacrosanta - spiega il sindaco Ettore Romoli - perché si tratta di un patrimonio del popolo goriziano. La proprietà deve andare al Comune di Gorizia, semmai possiamo ragionarci sopra relativamente alla gestione. Abbiamo dimostrato di saperci fare».

La giunta goriziana, nella delibera appena approvata, chiede con forza alla Regione il tempestivo avvio del necessario percorso «per giungere alla modifica della legislazione regionale per consentire alla comunità goriziana di mantenere la proprietà del patrimonio mobiliare museale e la eventuale possibilità, in subordine, di affidarne la gestione a soggetto da individuare». Un percorso che, fra le altre cose, dovrebbe porre rimedio alle criticità riguardanti «la legittimità dell’iter normativo che ha definito il contesto della legge attualmente in vigore».

Infine, l’esecutivo comunale ribadisce nuovamente la volontà di gestire tale patrimonio anche, in subordine, «con altri soggetti qualificati, in forme da stabilire».

«Questo atto ufficiale chiarisce definitivamente la posizione dell’amministrazione comunale a difesa del patrimonio dei goriziani accumulato in centinaia di anni - scandisce il sindaco Ettore Romoli. Un patrimonio che, oggi, per una incomprensibile decisione della Regione viene messo a rischio in quanto le rassicurazioni fin qui avute non sono assolutamente soddisfacenti. Mi auguro quindi che il consiglio regionale, lunedì, bocci o almeno modifichi profondamente il testo presentato dall’assessore alla Cultura: una bozza che finisce con l’aggravare i costi, scontenta Gorizia e Codroipo e crea quello che ho definito in tempi non sospetti un’inutile carrozzone di cui beneficeranno solo alcune persone di cui è facile intuire i nomi e i cognomi».

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