Mussolini cittadino onorario, respinta la revoca in Consiglio a Gorizia: «La storia non si cancella»
Centrodestra compatto: «La storia non si cancella». L’opposizione: «Riconoscimento imbarazzante»

«La storia non si può né si deve cancellare. No alla damnatio memoriae». «Va rimediato a un errore fatto, probabilmente anche in buona fede, nel 1924».
Posizioni inconciliabili. Una espressa dal sindaco Rodolfo Ziberna, l’altra da Andrea Picco (NoiMiNoaltrisGo!).
Al termine di una discussione durata più di due ore, la mozione che chiedeva la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini è stata respinta. Il voto è arrivato poco prima della mezzanotte, lunedì sera: 19 i voti contrari (la maggioranza presente in aula), 11 favorevoli fra cui quello dell’ex leghista Franco Zotti che, in un intervento finalmente di spessore (e di cuore), non aveva nascosto il suo imbarazzo su come votare.
I consiglieri comunali di “Martina sindaco” hanno preferito, invece, uscire dall’aula al momento del voto. «Noi non ci schieriamo con le ideologie ma con le idee. Vogliamo guardare avanti», ha spiegato la capogruppo Giulia Roldo.
Il dibattito
La seduta è stata seguita da un nutrito numero di persone in aula e in streaming, nonostante l’ora tarda. È stato un dibattito appassionato. Questo sì. Ma solo da una parte.
Perché il centrosinistra è intervenuto in massa, il centrodestra no. Silente. Emanuela Sartori, Andrea Picco, Laura Fasiolo, Marco Rossi, Rosy Tucci, Giulia Roldo, Emanuele Traini (solo per citarne alcuni) sono intervenuti a supporto della mozione con toni talvolta polemici, sicuramente politici, anche coloriti. Il sindaco ha parlato per la maggioranza e, questo, ha fatto imbestialire parecchio l’opposizione visto che aveva annunciato «libertà di voto».
Il primo cittadino ha parlato per 21 minuti (anche la minoranza avrebbe voluto lo stesso tempo, a testa, a disposizione): prima ha disarticolato la richiesta («Lo Statuto comunale disciplina il conferimento della cittadinanza, non la sua revoca», «La mozione non è una delibera»), poi - dichiarandosi antifascista e ricordando di aver collaborato con Matteo Matteotti (figlio di Giacomo) ai temi del Psdi - ha parlato di “furia iconoclasta” e di “talebani” riferendosi alla revoca della cittadinanza onoraria.
Il centrodestra
Ziberna ha continuato: «La storia è memoria. Se il titolo venisse revocato oggi, ciò non avrebbe senso e rischierebbe di far dimenticare gli errori del ventennio fascista. Conosciamo le orribili azioni commesse da Giulio Cesare in Gallia: intendiamo, forse, rimuovere l’intitolazione della via a lui dedicata e rimuovere quelle pagine di storia? Piuttosto, è necessario ricordare, fissare, studiare e affidarne la memoria storica. Guai - il suo messaggio - se ogni regime dovesse cercare di riscrivere la storia o modificare la toponomastica cancellando le persone meno vicine al pensiero dominante in quel momento e luogo. Appare evidente a tutti la pretestuosità della proposta della sinistra goriziana che, da tempo, cerca di minare il percorso di grande coesione e collaborazione tra Nova Gorica e Gorizia. Comprendo, senza dubbio, l’abbattimento di statue o segni riconducibili a dittatori come Mussolini, Hitler, Stalin all’indomani della loro capitolazione ma appare parimenti strumentale, pretestuoso e fuorviante farlo esattamente un secolo dopo, per giunta a poche settimane dalla Capitale europea della cultura. C’è ancora chi non ha capito che il nostro compito è quello di far conoscere la storia ma anche di scrivere nuove pagine».
Ziberna ha anche evidenziato che tanti «sono gli argomenti di cui discutere e, fra tutti, la minoranza ritiene assolutamente necessario questo. Ovviamente, rispetto il parere di tutti e rispetto anche questa assoluta priorità espressa dall’opposizione. Al netto della delusione, rimango comunque possibilista sulla capacità di una collaborazione futura da parte di chi sta dall’altra parte. Ovviamente, sto generalizzando perché, anche in seno alla minoranza, vi sono consiglieri che hanno cuore il futuro della città e lo dimostrano». Un intervento probabilmente sin troppo lungo, come evidenziato in aula - senza troppi giri di parole - da diversi esponenti dell’opposizione.
Il centrosinistra
Opposta e inconciliabile la posizione della minoranza. «Non pensavo di uscire qui con l’unanimità, credevo però che qualcuno “di là” almeno si astenesse», la sottolineatura di Eleonora Sartori (NoiMiNoaltrisGo!) che non ha risparmiato critiche al silenzio del centrodestra, sindaco escluso.
«Fra 50 anni qualcuno chiederà conto di ciò che facciamo stasera. Contribuiamo alla storia. Non scegliendo, comunque scegliamo da che parte stare. Si è parlato di Go!2025 come di due popoli che collaborano e vanno a braccetto ma io vedo due entità che fanno i loro affari. Da una parte e dall’altra», ha fatto eco Andrea Picco. Secondo Marco Rossi (Pd), con il voto contrario del centrodestra alla revoca della cittadinanza, «si è persa un’occasione di fare un ulteriore passo in avanti nel percorso che vede il superamento delle divisioni che hanno segnato la storia del ’900 nel nostro territorio. Non si tratta di dimenticare la storia ma di guardare all’importante messaggio che l’amministrazione avrebbe dato anche e soprattutto oltreconfine alla vigilia della Capitale europea della cultura».
Concetti ripresi da Rosy Tucci di Gorizia è tua che ha attaccato frontalmente sindaco e maggioranza. «Mancano - le sue parole - meno di tre mesi all’8 febbraio. Se questo non è il momento propizio per la decisione di togliere la cittadinanza a Mussolini, quanti secoli dovranno passare? Non si può dire che i tempi non siano maturi. Procedere alla revoca non è altro che sancire il grande gesto di stare mano nella mano dei Presidenti italiano Mattarella e Pahor alla foiba di Basovizza. Avrebbe un significato simbolico eccezionale. Perché questa ritrosia, perché questa ostinazione? Perché il centrodestra non dice nulla?». Anche la segretaria provinciale del Pd Isontino Sara Vito esprime «amarezza, delusione e stupore per l’atteggiamento ondivago e acquiescente del sindaco Ziberna che si mostra uomo del dialogo e, poi, non ha il coraggio di fare il passo decisivo e dire addio a un passato sciagurato. Spero si renda conto del segnale che lancia al mondo mentre si apre Go!2025». —
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