Napolitano e Josipovic a Pola legano i destini di Italia e Croazia

di Silvio Maranzana
TRIESTE
Una dichiarazione congiunta del Presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano e del presidente della Repubblica di Croazia Ivo Josipovic aprirà questa sera alle 20 all’Arena di Pola, subito dopo l’esecuzione degli inni nazionali, il concerto “Italia e Croazia insieme in Europa”. L’Orchestra sinfonica della Radiotelevisione croata e i Cori uniti delle comunità italiane dell’Istria e di Fiume eseguiranno brani di compositori di entrambi i Paesi per concludere con il “Va’ pensiero” del Nabucco di Verdi e con la “Danza sinfonica” di Jakov Gotovac.
Un evento di portata storica che vedrà affluire con una cinquantina di pullman all’Arena, simbolo della cultura latina, duemila italiani provenienti dalle cinquantadue comunità di connazionali attive in Istria, Fiume e Dalmazia in territori oggi croati o sloveni. Ma alla manifestazione, a ingresso libero, parteciperanno anche centinaia di profughi provenienti dall’Italia, polesani di oggi e croati. «Pensiamo di poter riempire l’Arena di gente - ha affermato ieri Maurizio Tremul presidente della giunta esecutiva dell’Unione italiana - abbiamo fatto affiggere mille manifesti, distribuito migliaia di volantini, tempestato di spot radio e televisioni». Imponente sarà anche il servizio d’ordine. Sull’incolumità dei presidenti e dei loro staff vigileranno centinaia di poliziotti croati e di uomini di agenzie private di security.
Gli appuntamenti storici, che vogliono suggellare l’apertura di una nuova fase di rapporti non solo improntati alla distensione, ma anche a un futuro comune nell’Unione europea senza più confini e con libera circolazione delle persone, delle merci e delle idee, avverranno già nel pomeriggio. Alle 17, nell’ex Prefettura di via Leharova, oggi chiamata “Casa dei difensori croati”, Napolitano e Josipovic incontreranno una rappresentanza della Federazione degli esuli con il presidente Renzo Codarin e il vice Lucio Toth che prenderà la parola per illustrare in particolare al Capo dello Stato croato i problemi ancora irrisolti. Della Federazione fanno parte l’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, l’Associazione delle Comunità istriane, il Libero comune di Fiume in esilio e i Dalmati italiani nel mondo. Ad essi si aggregherà anche il Libero comune di Pola in esilio.
Alle 18 invece, nella sede della Comunità degli italiani in via Carrara, i due presidenti incontreranno prima i vertici dell’Unione italiana e poi i rappresentanti delle Comunità. Prenderanno la parola il presidente della Comunità di Pola Fabrizio Radin, il sindaco di Pola Boris Miletic, il presidente dell’Università popolare Silvio Delbello e lo stesso Tremul. Risponderanno, fatto particolarmente rilevante, i presidenti Napolitano e Josipovic.
Ma altri due incontri separati, che potrebbero innescare qualche controversia, sono previsti con i due Capi di Stato. L’Unione degli istriani con il suo presidente Massimiliano Lacota li vedrà staccata dalla Federesuli. Ma ha ottenuto un incontro anche l’”Alleanza dei combattenti antifascisti e degli antifascisti della Croazia”, organizzazione che fa riferimento anche ai partigiani titini.
Alle 19 un pranzo ristretto sarà offerto nella sede della Comunità, mentre tre quarti d’ora più tardi, un ulivo verrà piantato dinanzi all’Arena a testimoniare la speranza di un futuro di pace tra i due Paesi. All’interno dell’anfiteatro, oltre ai due Presidenti, parleranno il presidente della Regione istriana Ivan Jakovcic e il presidente dell’Unione italiana, oltre che deputato italiano al Sabor Furio Radin. Il programma delle musiche prevede, per la parte italiana, oltre al “Va pensiero”, anche l’ouverture del Nabucco e il finale secondo della Forza del destino di Verdi, il “Te deum” della Tosca, “Sì mi chiamano Mimi” della Boheme di Puccini.
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