Nasce il Parco della pace al poligono di Opicina

Sono finalmente partiti, dopo undici anni di attesa, i lavori di riqualificazione dell’area dove furono trucidate quasi cento persone vittime dell’odio nazifascista
Lasorte Trieste 04/09/2006 - Opicina - Poligono
Lasorte Trieste 04/09/2006 - Opicina - Poligono
TRIESTE. Il Parco della Pace-Park Miru di Opicina non è più un'utopia. In questi giorni sono partiti i lavori di riqualificazione dell'area sita nel poligono di tiro di Opicina, in cui perirono quasi 100 persone vittime dell'odio nazifascista. Perentorio il sindaco triestino Roberto Dipiazza: «Finalmente, dopo oltre 70 anni di attesa, andremo a rendere omaggio ai drammi del Novecento che qui si sono consumati».


Il poligono di Opicina è stato teatro di morte durante gli anni Quaranta del secolo scorso in tre distinti episodi. Il primo riguarda la fucilazione dei militanti antifascisti Pinko Tomažic, Ivan Vadnal, Simon Kos, Viktor Bobek e Ivan Ivancic compiuta il 15 dicembre 1941. I cinque furono condannati a morte al termine del cosiddetto “Processo Tomasi” dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato istituito durante il Fascismo contro gli “slavo-comunisti”.


La seconda tragedia si compie due anni e mezzo dopo, il 3 aprile 1944, quando le truppe tedesche uccidono 71 persone - militanti antifascisti e partigiani italiani, sloveni, croati, rastrellati a Trieste e in altri centri della regione - come rappresaglia all'attentato dinamitardo compiuto il giorno prima dal Fronte di Liberazione all'interno di un cinema di Opicina in cui perdono la vita sette militari tedeschi: l'eccidio del Poligono passerà alla storia come le Fosse Ardeatine del Carso. L’ultimo episodio di sangue avviene il 28 aprile 1945, giorno della morte di Benito Mussolini, con la fucilazione di 15 persone, oppositori al regime nazifascista prelevati dal Coroneo, che i tedeschi non fanno nemmeno in tempo a seppellire in quanto sorpresi dall'avanzata dei partigiani.


Al termine della guerra si avviano i primi tentativi per chiedere al Demanio di riqualificare la zona, ma l’Autorità militare decide di concede l’uso del poligono alla sezione di Trieste di tiro a segno nazionale: si spara esattamente dove pochi anni prima le armi da fuoco erano stati gli strumenti per uccidere quasi cento persone...


Negli anni Novanta la sezione di Opicina dell’Anpi propone al Comune di Trieste un progetto realizzato dall'architetto Andrea Krizinic per creare un vero e proprio Parco della Pace che colleghi i due punti nel quale sorgono le lapidi in ricordo dell'uccisione di Pinko Tomažic e compagni e dei 71 fucilati del 1944. Il progetto, che richiede solo 1500 mq rispetto ad un’area oltre venti volte più grande, rimane nei cassetti di piazza Unità sino al 2005 allorquando il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza trova un accordo, prima con la comunella di Sant’Antonio in Bosco, proprietaria di un terreno di Basovizza, e poi con il sindaco di San Dorligo Fulvia Premolin.


L'accordo prevede che la Comunella di Sant’Antonio dia in comodato il terreno al Comune di Trieste su cui erigere il monumento ai caduti della Foiba di Basovizza, con il conseguente impegno però da parte di Dipiazza a farsi consegnare dall’Autorità militare la gestione del Poligono, da consegnare a sua volta alla Comunella di Opicina per realizzare il Parco della Pace.


Il monumento alla Foiba di Basovizza viene inaugurato il 10 febbraio 2007, il progetto del Poligono rimane invece fermo. Undici anni dopo quell'accordo sono finalmente partiti i lavori.


«Ora sono iniziate le importanti opere di disboscamento, quindi partirà il cantiere per riqualificare questo importante luogo, probabilmente l'ultimo dei luoghi storici del Novecento nelle nostre terre che aveva bisogno di una ristrutturazione», ha commentato Dipiazza.


Musica e parole in ricordo dei cinque antifascisti fucilati al poligono di Opicina saranno intanto le protagoniste del concerto in programma domani alle 20 nell'aula magna del Narodni Dom, sede della Scuola superiorie di lingue moderne, di via Filzi. Si esibirà il Coro partigiano triestino "Pinko Tomažic" diretto dalla maestra Pia Cah.


©RIPRODUZIONE RISERVATA


Riproduzione riservata © Il Piccolo