Nasce la Caserma Vitulli «Modello a livello italiano»

Il capo della polizia Pansa tiene a battesimo il nuovo centro polifunzionale dedicato all’ispettore capo della Mobile scomparso a Borgo San Sergio nel ’99
Di Piero Rauber
Lasorte Trieste 20/02/16 - Via Mascagni, Inaugurazione Centro Polizia, Caserma, Luigi Vitulli, con Capo Polizia Pansa
Lasorte Trieste 20/02/16 - Via Mascagni, Inaugurazione Centro Polizia, Caserma, Luigi Vitulli, con Capo Polizia Pansa

In un mondo in cui se non piangi in tv pare non ti si fili nessuno, a prescindere se il contesto sia un reality, un racconto dei fatti propri o un concorso per miss, una silenziosa lezione arriva da Trieste. Novella Vitulli, venticinquenne operatore tecnico della polizia di Stato in servizio in città, ha trattenuto tutta la sua emozione commutandola in orgoglio nel momento in cui ieri, con il capo di tutti i poliziotti d’Italia, il prefetto Alessandro Pansa, ha scoperto in via Mascagni la targa con cui d’ora in poi il nuovo centro polifunzionale della polizia di San Sabba sarà dedicato alla memoria di suo papà, l’ispettore capo Luigi Vitulli, scomparso il 4 dicembre del 1999, vittima di una sparatoria a Borgo San Sergio mentre stava andando a notificare un ordine di arresto a un pluripregiudicato.

Sull’attenti, fiera durante la tromba del silenzio, dopo che il picchetto degli allievi agenti aveva appena onorato suo padre come «chiaro esempio di non comune ardimento ed altissimo attaccamento al dovere spinti fino all’estremo sacrificio», la poliziotta Vitulli è stata la protagonista del prologo di una cerimonia - l’intitolazione appunto a Luigi Vitulli del centro polifunzionale di polizia che ospita ora la Polstrada insieme al Commissariato di San Sabba - che ha avuto proprio in Pansa l’ospite d’onore. Non è stato un caso che il capo della polizia, subito dopo lo scoprimento della targa, abbia tagliato il nastro del centro Vitulli con il sindaco Roberto Cosolini, davanti al neoprefetto Annapaola Porzio e alle altre autorità. La riqualificazione del complesso sopra via Flavia, infatti, come è stato sottolineato durante la cerimonia nel piazzale interno, è figlia di un accordo tra l’amministrazione municipale e il Demanio statale (si veda l’articolo a destra, ndr).

«Un’importante forma di cooperazione Stato-Comune che è diventato modello d’intervento anche in altre parti d’Italia», come ha riconosciuto Pansa. «Un lavoro condiviso dalle istituzioni», ha fatto eco il questore Maiorano, che rivolgendosi a Cosolini l’ha ringraziato perché «al Comune è toccato l’onere finanziario dell’operazione. Quest’attenzione della sua amministrazione è anche un atto di apprezzamento verso la polizia di Stato, che quotidianamente cerca di assicurare la pace sociale sul territorio in cui opera». Anche a costo del sacrificio di chi «per la sicurezza, che fa crescere sana la pianta della democrazia, ha dato la sua vita di poliziotto ma anche di marito e padre», ha chiuso Maiorano parlando negli occhi di Novella Vitulli, «che ora indossa la divisa del papà», ma ricordando anche altri caduti del dovere come «Eddie Walter Cosina e Vincenzo Raiola». Cosolini quindi, nel portare «il saluto della comunità», ha fatto notare come «la percezione della sicurezza» sia «fondamentale per mantenere alto il livello di serenità, a garanzia dei principi di libertà e democrazia, in un momento storico che ci sta mettendo di fronte ad angosce che non avremmo mai pensato di dover mettere in conto. In questa città grazie al lavoro di squadra dei diversi corpi di polizia e delle istituzioni qui un alto livello di sicurezza è un obiettivo raggiunto, ma non per questo si deve abbassare la guardia». Se però la comunità può contare su un determinato grado di sicurezza e di fiducia verso la polizia e le forze dell’ordine in generale, come ha voluto chiudere lo stesso Pansa, «lo si deve anche a eroi come Luigi».

Ma la cerimonia di ieri ha mostrato pure l’altra faccia della medaglia, quella dell’annunciata protesta del Sap, il Sindacato autonomo di polizia, autore di un paio di presidi a suon di bandiere sopra e sotto la caserma, che ha onorato Vitulli al momento dello scoprimento della targa ma non ha preso parte all’incontro “a latere” tra il capo della polizia e le sigle sindacali: «Luigi Vitulli era della Mobile, come me. Quella sera, in una fase successiva, intervenni anch’io», la premessa di Lorenzo Tamaro, segretario provinciale del Sap, che aveva convocato una conferenza stampa poco distante in mattinata prima della cerimonia. «Dal prefetto Pansa vorremmo però che oltre a onorare i caduti stesse più vicino ai suoi poliziotti, e non assecondasse le politiche del governo di turno», ha attaccato Tamaro, ricordando che il suo segretario nazionale Gianni Tonelli è oltre il mese di sciopero della fame e denunciando tra le altre cose che «qui è stata tenuta ferma un’auto della Polstrada nuova per poterla sfoggiare oggi mentre le pattuglie vanno in giro con auto che hanno anche più di trecentomila chilometri», o ancora che «per non far passare le autorità davanti al container indecoroso in cui è costretto a lavorare il corpo di guardia della caserma è stata persino asfaltata una strada secondaria».

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