Nasce la filiera agroalimentare made in Fvg

MAURA DELLE CASE. E’ stato un anno contraddistinto da forti chiaroscuri il 2014 per il Consorzio agrario del Friuli Venezia Giulia, la più grande azienda – con i suoi 2 mila 250 soci e 230 dipendenti – dell’intero panorama agricolo regionale. A incidere sul fatturato, che chiuderà intorno ai 150 milioni di euro, dunque poco distante rispetto ai 147 dell’anno precedente, la flessione di alcune coltivazioni importanti come il mais, il calo nelle vendite dei mezzi agricoli, l’abbassamento del prezzo del gasolio. Fattori che hanno inciso ovviamente in negativo sul giro d’affari, interessato però anche da avvenimenti positivi. Uno su tutti: l’avvio della filiera del latte. Messa a segno la fusione con Aprolaca, che ha portato in “pancia” al Consorzio mille 100 quintali al giorno, la grande “famiglia” di casa a Basiliano ha proceduto per step, immettendo sul mercato prima il latte fresco, quindi, assorbita la Latteria di Venzone, anche i formaggi. A dicembre, passati pochi mesi dal via, i numeri erano già interessanti: le bottiglie di latte avevano raggiunto quota 10 mila, distribuite quotidianamente in 300 punti vendita della regione, 20 mila erano invece i litri trasformati in formaggi.
L’obiettivo? «Arrivare a 60 mila nel 2015», dice oggi il presidente del Consorzio Dario Ermacora, soddisfatto anche per la remunerazione del litro di latte alla stalla, andata anche oltre i 40 centesimi, nonché per il fatturato generato dal “comparto” latte, pari a 18 milioni circa. Per l’anno appena iniziato i nuovi progetti sono già pronti a partire. Naturalmente all’insegna delle filiere. Strutturate quelle del latte, del vino e del pane, quest’anno toccherà alla quarta gamma. Alias, le verdure insacchettate. Saranno prodotte materialmente da agricoltori del Fvg e messe in sacchetto allo stabilimento di Zompicchia, acquisito allo scopo dal Consorzio. «Facciamo insalate, rucola, verdura mista, sia in sacchetto che in vaschetta», spiega il presidente che usa il tempo presente a proposito. Nello stabilimento di Cordoipo infatti si lavora già. Per ora i numeri sono bassi, ma la prospettiva è di spingere sull’acceleratore in breve, appena arriverà il sì della grande distribuzione. Ermacora ha avuto un incontro proprio nei giorni scorsi con un importante player della grande distruzione in regione che ha manifestato uno spiccato interesse per l’ultimo nato in casa del Consorzio. «Oltre alla quarta gamma – svela Ermacora - è stato accolto con favore l’intero “paniere”, dunque latte, formaggi e pane, per la garanzia offerta in ordine all’origine e alla tracciabilità del prodotto. Il nostro latte, così come la verdura e il pane sono garantiti dal campo allo scaffale». Un esempio? «Prendiamo lo stracchino. Siamo gli unici a poter dire che è realizzato interamente con latte friulano perché abbiamo una produzione certificata, obbligata ad utilizzare per contratto solo latte proveniente dai nostri allevamenti». Punti di forza che l’azienda di Basiliano si prepara a vendere alla Gdo, ma cui non intende rinunciare per se stessa. Se infatti lo zoccolo duro del fatturato dipende ancora da seminativi, mangimi, fitofarmaci e ancora carburanti e mezzi agricoli, vale a dire dai prodotti storici dell’azienda, sempre più si sta sviluppando il filone alimentare, che inizia a pesare anche in termini di redditività. Conquistata dunque la Gdo, il Consorzio riprenderà in mano il progetto di aprire spazi da dedicare alla commercializzazione del paniere che andranno a sommarsi agli attuali 40 market verdi aperti tra le province di Gorizia, Pordenone e Udine.
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