Nasce l’Euroregione, la Slovenia non firma
Illy: spero che Lubiana cambi idea entro un mese. Altrimenti andremo avanti lo stesso
UDINE
La Slovenia non c’è ma nessuno si strappa le vesti. L’impegno a creare un Gect, Gruppo europeo di cooperazione transfrontaliera, unisce in maniera convinta Friuli Venezia Giulia, Veneto, Carinzia e le contee Istriana e Litoraneo Montana e l’assenza della Repubblica slovena al vertice di ieri a Villa Manin non sembra turbare né Riccardo Illy né i leader delle altre Regioni. La Slovenia avrà 30 giorni di tempo per ripensarci e diventare uno dei fondatori dell’Euroregione. Altrimenti si andrà avanti lo stesso. È un intoppo, un’assenza che pesa, un caso politico.
Ma Illy, illustrando i contenuti dell’incontro di Codroipo, non fa polemiche. Insiste anzi nell’auspicare che la Slovenia ci ripensi, che tra un mese dica sì. E tiene le porte aperte: «La firma, eventualmente, potrà arrivare anche in una fase successiva». Per adesso a firmare il protocollo d’intesa che avvia il processo per la costituzione di un Gect, anticamera istituzionale dell'Euroregione nell'area Alpe Adria, sono, con il presidente della Regione, il vicepresidente del Veneto Fabio Gava (Giancarlo Galan è assente per motivi familiari), il presidente del Land Carinzia Joerg Haider, il presidente dell'Istria Ivan Jakovcic e il vicepresidente della contea Litoraneo Montana Luka Denona. Perché la Slovenia non c’è? Lo spiega proprio Illy raccontando di un colloquio telefonico di ieri mattina con il ministro degli Esteri Dimitri Rupel e di una precedente lettera ricevuta dal ministro per gli Affari regionali Ivan Zagar in cui si chiedeva il rinvio della firma.
La Slovenia, precisa Illy, vorrebbe allargare il Gect alla Stiria austriaca e alle vicine regioni ungheresi, coinvolte nel progetto Interreg Matriosca: «Una richiesta che non ci trova d’accordo perché riteniamo ci sia l’esigenza di tenere compatto un gruppo di Regioni che ha un’omogeneità storica, culturale, economica e che, con queste premesse, ha già avviato da tempo positive collaborazioni bi-trilaterali. Inoltre – prosegue il presidente del Friuli Venezia Giulia – preferiamo evitare di aumentare il livello di complessità del Gect e consideriamo da sempre l’obiettivo Euroregione legato alla presenza su base paritaria di minoranze linguistiche». Si attenderà ora un mese la firma di una Slovenia che, si dice, vorrebbe una posizione centrale nel Gect – di qui la richiesta di allargarsi a Est – e la sede a Lubiana. Non arrivasse quella firma si andrà avanti comunque. In attesa che gli Stati nazionali adottino le norme attuative necessarie, le Regioni hanno costituito intanto un gruppo di lavoro (operativo dall’ultima decade di luglio) per finalizzare la convenzione istituitiva e lo statuto, di cui c'è già una bozza di massima come elemento di discussione.
Una volta realizzati quei documenti, ecco la vera e propria Euroregione, entro la fine dell'anno e in due fasi: prima con i soggetti già membri dell'Ue e successivamente con le due contee croate. Con un ente trasfrontaliero con personalità giuridica, sottolinea anche Haider, sarà possibile «rafforzare le forme di collaborazione che già danno ottimi risultati tra l’altro in sanità, trasporti e formazione. Quanto al via libera atteso da Roma e necessario per l’istituzione anche in Italia dell’Euroregione, Illy è ottimista: «Il governo ha già predisposto una bozza di regolamento per i Gect e si appresta ad approvarla entro la scadenza del 31 luglio. Questo passaggio, tra l’altro, è pure contenuto nel protocollo d’intesa con il presidente Prodi». In ogni caso, rileva il presidente, «secondo alcuni giuristi, a prescindere dal fatto che entro la data fissata venga approvato un provvedimento da parte degli Stati, il regolamento risulterebbe applicabile». A margine Friuli Venezia Giulia e la Litoraneo Montana hanno firmato un protocollo di collaborazione di durata quinquennale.
Marco Ballico
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