Nasce un’app per migranti con la “mappa” dei servizi

L’ha ideata il progetto di social business Kapamo e si scarica gratis da Google In quattro lingue indica dove mangiare, dormire, vestirsi e ricevere le prime cure
Di Luca Saviano

Una app sviluppata in favore dei migranti e dei richiedenti asilo. La proposta arriva da Kapamo Srls, neonato progetto di social business che si rivolge alle persone con bisogni speciali, quali i disabili intellettivi e gli analfabeti funzionali, e che intende favorire l'utilizzo delle tecnologie e la diffusione delle informazioni. «La scelta di allargare il nostro campo di intervento - spiega il fondatore della startup Roberto Gilli - è dettata dalla consapevolezza delle difficoltà che un migrante, specie se in fuga dal proprio Paese, è costretto ad affrontare. L'estraneità a un territorio e la non conoscenza della lingua, infatti, diventano ostacoli quasi insormontabili, che rendono la persona temporaneamente disabile».

L'intento di Kapamo è quello di aiutare queste persone a fruire dei servizi cittadini, indicando loro, ad esempio, dove fare i documenti, dove dormire, dove trovare del vestiario, dove recarsi in caso di improvviso malessere o di una accertata malattia. «L'obiettivo della nostra applicazione - sottolinea Gilli - è quello di rendere autonomi i migranti, di ottimizzare le risorse cittadine e di fornire al contempo uno strumento concreto che sia utilizzabile anche dagli operatori che con i migranti si interfacciano quotidianamente». L'app sarà operativa a Trieste a partire dal mese di giugno, anche grazie a una collaborazione che ha visto l'impegno del Consorzio italiano di solidarietà (Ics) e della Banca Etica. Una spinta decisiva a questo progetto, però, verrà data dal mondo dell'associazionismo e dai singoli cittadini che, attraverso una campagna di civic crowdfunding, sceglieranno di diventare parte attiva di questa iniziativa. Tali donazioni si potranno effettuare fino alla mezzanotte di domani attraverso la piattaforma web "produzionidalbasso". Kapamo, utilizzando il procedimento Sroi, mediante il quale è possibile calcolare il ritorno sociale degli investimenti, ha rilevato che ogni euro donato a questa iniziativa avrà un effetto sociale quantificabile in 5 euro. «Avremmo potuto ricorrere a un finanziamento da parte di uno o più sponsor - chiarisce l'imprenditore triestino che dal '97 lavora nel campo dell'intelligenza artificiale in Area Science Park - ma abbiamo scelto di condividere una progettualità con la collettività, con quella comunità di persone che per un periodo di tempo più o meno lungo si troverà a ospitare i migranti stessi».

La app, scaricabile gratuitamente dallo store Google, sarà molto semplice da utilizzare, con un livello linguistico facilmente comprensibile. Le lingue attualmente disponibili sono l'italiano, l'inglese, il francese e il pashto, ma a breve saranno visualizzabili anche le traduzioni in urdu e farsi-dari, lingue dell'area Afghanistan e Pakistan. Per utilizzare questa applicazione non sarà necessario disporre di uno smartphone potente o di ultima generazione, ma sarà sufficiente avere un sistema operativo Android. Lo sviluppo di questa app, che in un secondo momento verrà esportato anche nella provincia di Gorizia, ha un costo che si aggira attorno ai tremila euro per ogni singola città coinvolta nel progetto. I suoi contenuti, infatti, devono venire sviluppati ad hoc per ogni specifico territorio. Quella delle applicazioni dedicate ai migranti è un'innovazione che ha finora trovato spazio anche in altre nazioni europee, quali l'Inghilterra, la Francia e la Germania. I telefoni cellulari, soprattutto nel caso di una migrazione dettata da motivi umanitari, diventano infatti degli strumenti indispensabili per portare a compimento il proprio viaggio e per mantenere i contatti con i propri familiari. È da questa evidenza che nasce l'idea di adottare un approccio 2.0 al fenomeno delle migrazioni, attraverso una sinergia che vede lavorare fianco a fianco operatori umanitari e sviluppatori informatici.

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