Natale al risparmio anche nei ristoranti Molti oltreconfine

La crisi ha colpito di più i locali di fascia media mentre il Carso sembra tenere meglio. Prenotazioni last-minute
Lasorte Trieste 28/03/08 - Bontempo - Muggia
Lasorte Trieste 28/03/08 - Bontempo - Muggia

di Riccardo Tosques

MUGGIA

Calo di lavoro, prenotazioni last minute e tanta attenzione a spendere poco. È il bilancio natalizio tracciato da una decina di ristoratori che da Muggia a Duino Aurisina hanno dovuto far fronte alla crisi economica che ha minato la voglia di andare a mangiare fuori dalle mura domestiche da parte dei triestini.

Muggia

«Alla vigilia di Natale abbiamo chiuso alle 21.30: il locale era completamente vuoto». Lily Bontempo è quasi incredula. In questi giorni di festa il suo ristorante Largo Nazario Sauro ha subito un crollo verticale di presenze. Lily parla di un 80% in meno: «Per Natale abbiamo registrato 23 coperti, ieri poco più di una decina e per la vigilia ho mandato tutti a casa alle 21.30». I prezzi proposti? In base al menù: 35 di carne, 40 per il pesce. Un esempio? Tris di canestrelli ai ferri, gratinati e con pomodori, salmone a fuoco e granchio, gnocchetti e granzievole, bis di pasticcio, mazzancolle, verdure, filetti di orate agli agrumi e dessert. «Il nostro rapporto qualità-prezzo credo sia tra i più corretti qui a Muggia – spiega la Bontempo – ma la concorrenza con gli ittiturismi che non pagano le tasse che paghiamo noi e che vendono pesce surgelato facendolo passare per fresco è sleale». La situazione è dunque drammatica. E Lily lancia il monito: «Non vedo davvero soluzioni se non chiudere il ristorante».

Aria meno pesante invece alla taverna Santa Barbara. Il gestore Paolo Cigui non fa certo salti di gioia ma in fondo la situazione era prevedibile: «Rispetto agli anni scorsi siamo sostanzialmente nella media. Alla vigilia non abbiamo lavorato, per il pranzo di Natale abbiamo lavorato discretamente bene con un menù fisso da 50 euro composto da prosciutto carsolino, radicchio e verdure impastellate, baccalà alla triestina e alla veneziana, cappesante, spaghettini con granchio, risottino con caperozzoli e poi rombi al forno». Più soft la giornata di Santo Stefano «ma questo rientra nella norma» precisa Cigui che evidenzia come vi siano già delle prenotazioni per Capodanno. «In questo mese la gente ha preso paura di fronte a cambiamenti politici e ai tagli previsti – aggiunge il ristoratore-politico – e quindi non possiamo pensare di fare rendiconto su questo momento così delicato».

Trend di presenze “normale” poi per la trattoria Risorta. Il locale sito in riva Edmondo De Amicis ha retto all'urto della crisi economica come spiega il proprietario Stefano Blasotti: «Non possiamo lamentarci, anche se a conti fatti abbiamo lavorato di più alla vigilia, ma con buoni risultati anche per Santo Stefano». Nessun menù particolare: «Quello classico come qualsiasi giornata, ognuno scelta».

Chi sembra invece aver superato a pieni voti l'esame natalizio è il ristorante Al lido. «Indicativamente abbiamo registrato il tutto esaurito per Natale con buone affluenze per la vigilia, mentre oggi (ieri, ndr) è stata una giornata più calma», spiegano dalla struttura di via Battisti. Rispetto agli altri anni la novità è che le prenotazioni dei clienti arrivano a ridosso dell'appuntamento prescelto. E per Capodanno stanno ancora arrivando richieste. Probabile che il locale si riempirà solo all'ultimo momento. Sulla situazione dei ristoratori muggesani è intervenuto l'assessore al Commercio, Stefano Decolle: ««Il primo riscontro che ho avuto anche sentendo i commercianti è che il calo c'è stato ma non così vertiginoso come si temeva. Per quanto riguarda invece le aziende ittituristiche posso solo dire che se qualcuno è a conoscenza di frodi e giusto che queste vengano denunciate alle autorità competenti».

Carso

«Siamo in una fase in cui la clientela punta a risparmiare qualche euro recandosi in Slovenia anche a discapito della qualità». È l'analisi che arriva direttamente dal Carso. A denunciare la situazione è il ristorante Savron di Devincina, frazione sita nel comune di Sgonico, dove gli affari per le feste natalizie, nonostante tutto, sono andati piuttosto bene. «Non ci lamentiamo anche se la tipologia di lavoro è cambiata». Non più grandi tavolate di amici e famigliari, ma piuttosto singoli tavoli occupati da famiglie meno numerose anche di sole due-tre unità. Per Natale Savron ha proposto un menù fisso e alla carta al prezzo di 50 euro. «Mi rattristo nel sentire la gente che vuole risparmiare davvero pochi euro per mangiare peggio, speriamo che il trend cambi», hanno spiegato dal ristornate di Devincina. Passando al vicino comune di Monrupino il ristorante Furlan situato nella frazione di Col è estremamente soddisfatto. «Nonostante la crisi abbiano mantenuto i clienti che si sono dichiarati soddisfatti grazie anche al menù alla carta da noi proposto». Così invece Krizman nella frazione di Repen: «A Natale per pranzo abbiamo proposto un menù a prezzo fisso da 45 incluso il bere, ieri invece menù alla carta. C'è stato un calo, è vero, ma era prevedibile vista la crisi». Andamento altalenante infine alla trattoria Sardoc di Precenico, nel comune di Duino Aurisina. «Il Natale è andato bene, mentre la vigilia e Santo Stefano è arrivata meno gente. Ora vedremo per Capodanno». E sono in tanti a sperare che a San Silvestro i triestini arrivino in massa a riempire i locali della provincia per l'ultima grande abbuffata del 2011.

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