Nautico-Carli, un anno di lavori e tre milioni per ristrutturarlo

Tre milioni per il consolidamento strutturale e per la maggiore efficienza di un edificio che, tra il lusco e il brusco, ha messo insieme quasi un secolo e mezzo di onorata milizia dedicata all’educazione dei giovani triestini.
Quello che fino all’inizio del 2022 si candida a essere il più importante cantiere scolastico triestino, sta già scaldando i motori con il rifacimento delle facciate, a cura dell’Edr (ex Uti, ex Provincia): il grande rettangolo double face, abitato dall’istituto nautico “Tommaso di Savoia” e dall’istituto tecnico commerciale “Gian Rinaldo Carli”, ha richiesto un’ordinanza valida fino a San Silvestro che vieta soste-fermate, che restringe la carreggiata in via Diaz, che blocca il transito pedonale lungo il marciapiede di piazza Hortis.
La sequenza degli interventi, riepilogata dal dirigente dell’edilizia scolastica comunale Luigi Fantini, prevede che, una volta terminato il restauro degli esterni, si parta con le opere di consolidamento (1,5 milioni), affidate alla Ennio Riccesi holding srl. Quando anche questa seconda fase verrà completata, si passerà alla riqualificazione energetica (1,5 milioni). Risultato finale: un anno di cantiere.
Fantini avverte che più avanti si confronterà con il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Daniela Beltrame, per valutare se i lavori siano compatibili con la presenza dei ragazzi nello stabile disegnato da Giovanni Righetti negli anni Settanta dell’Ottocento, esteso tra via Diaz, via dell’Annunziata, via San Giorgio, piazza Hortis.
Il progetto relativo al Nautico-Carli nasce e cresce temprato dalle difficoltà. Il ministero dell’Istruzione-Università-Ricerca aveva concesso il finanziamento di 3 milioni già alcuni anni fa alla disciolta Uti giuliana. Nel 2019, in sede di variazione di bilancio, l’Uti girò le risorse al Comune iscrivendole però misteriosamente nel 2020, quindi il Municipio – come spiegava una complicata delibera giuntale portata dall’assessore Elisa Lodi – non potè bandire entro il 2019 e dovette lanciare la gara in extremis a fine marzo 2020, giusto in tempo per non compromettere l’erogazione del contributo da parte ministeriale.
L’edificio – come ricorda la scheda di Giulia Zolia in “Trieste 1872-1917 Guida all’architettura” (Trieste 2007) – sorse per concentrare in un’unica sede gli istituti didattici presenti nel borgo Giuseppino. La Banca di costruzione propose di innalzare un nuovo stabile, che si sarebbe chiamato “palazzo delle scuole”, in piazza Lipsia (poi Hortis) in un’area occupata da due fabbricati di proprietà erariale.
Era soprattutto il Nautico ad avere necessità di maggiore capienza, dal momento che, con l’incremento della biblioteca, il primo piano di palazzo Biserini risultava ormai insufficiente ad accogliere la scuola.
Del progetto si occupò Giovanni Righetti, ingegnere, architetto, imprenditore, proveniente da una delle numerose famiglie ticinesi che si fecero strada nell’edilizia triestina ottocentesca. Impostando un poderoso quadrilatero sviluppatosi per cinque piani fuori terra, che riempiva un intero isolato. Zoccolo in bugnato rustico, elementi classici nella facciata. La prima pietra venne posata nel maggio 1875, nell’agosto 1879 fu completata la copertura, una decina di anni dopo il palazzo potè iniziare l’attività didattica ospitando Ginnasio, Scuola reale superiore, Scuola cittadina. Modifiche vennero apportate nel 1937, nel 1972, nel 1986. —
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