Negozi vuoti, bar chiuso e transenne eterne La desolazione della stazione nei weekend

il caso
Una stazione fantasma, in cui chi arriva nel weekend trova una lunga serie di porte sbarrate e luci spente. A partire dal bar che il sabato e domenica, tra il disappunto di passeggeri e parenti in loro attesa, resta chiuso. È lo scenario desolante della stazione ferroviaria di Trieste, segnalato anche dai tanti utenti che negli ultimi mesi, per quanto possibile, hanno ripreso a spostarsi su rotaia, e che nel fine settimana si sono trovati davanti alle porte chiuse del caffè. Una sorpresa per molti.
Anche ieri c’è chi sbirciava dentro, avvicinandosi alle grandi vetrate, prima di riuscire a leggere il cartello appeso. Come scritto sulle porte di BriccoCaffè l’apertura è limitata ai giorni dal lunedì al venerdì dalle 6 alle 15. Sabato e domenica non si lavora. La soluzione, per chi arriva o deve partire, e cerca un drink o uno snack, è il vicino supermercato Interspar, che ha anche una postazione all’ingresso con un distributore automatico di caffè, the e altre bevande. Attenzione però, anche in questo caso ci sono limitazioni nei fine settimana: alla domenica infatti chiude alle 15.
Il bar costituisce, di solito, anche un punto d’appoggio dove trattenersi in attesa della partenza del proprio treno o dell’arrivo del convoglio da cui scenderanno amici o parenti. Una possibilità che, appunto, nel weekend viene a mancare. Colpa, probabilmente, della riduzione delle tratte causa Covid. Così almeno ipotizza più di qualche pendolare, visto che altre indicazioni che spieghino il motivo non ci sono. Ma se sabato altri punti vendita sono aperti, come l’edicola o la farmacia, di domenica la stazione diventa letteralmente un deserto. L’unica eccezione, a parte il minimarket, è il piccolo tabaccaio accanto all’ingresso principale, che registra un via vai continuo.
Curiosità suscita, per chi arriva da fuori città, l’ampio spazio di “Trieste Città della Conoscenza”, che con i grandi palloni colorati sembra quasi un parco giochi per i bambini. Ieri tutto buio pure lì, e un cartello collocato accanto alla porta “Siamo chiusi, non entrare”. Ma sul sito ufficiale www. triesteconoscenza. it lo spazio risulta comunque operativo, quindi aperto negli altri giorni della settimana.
E poi ci sono i tanti ambienti ormai da tempo vuoti, una fila di vetrine coperte dalla carta bianca che nascondono stanze deserte, a pochi passi dal cuore della struttura, sotto la grande cupola di vetro centrale. Mancano investitori pronti a rivitalizzare i vani, alcuni con dimensioni importanti, ed è così da tempo. Ma non è l’unico problema. L’atrio attende ancora i lavori di ristrutturazione. Due delle porte di accesso da piazza della Libertà non funzionano.
Sopra rimangono le impalcature, alle quali molti si sono abituati, così come le transenne che da anni delimitano un’area poco distante dove sono attesi interventi di sistemazione. –
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