«Nei nidi pochi posti di lingua slovena» È polemica sul Carso

TRIESTE. Si allarga fino a diventare un problema politico la polemica fra le circoscrizioni dell’altipiano e il Comune, per quanto concerne l’utilizzo della lingua slovena negli asili nido e nei...
TRIESTE. Si allarga fino a diventare un problema politico la polemica fra le circoscrizioni dell’altipiano e il Comune, per quanto concerne l’utilizzo della lingua slovena negli asili nido e nei servizi al cittadino. È di questi giorni l’ennesima protesta sul tema, anche se non tocca in questo caso direttamente il Municipio, di cui si è fatta portavoce la presidente di Altipiano Ovest, Maja Tenze (Pd), firmataria di una mozione, proposta dalla sua vice Marina Grilanc (Pd) e approvata all’unanimità dal Consiglio della Prima circoscrizione, nella quale si denuncia «la mancanza di personale con conoscenza di lingua slovena all’Ufficio postale di Prosecco, nel rispetto del diritto al bilinguismo». «A Prosecco – precisa Tenze – vivono e lavorano molte persone di madrelingua slovena. Nell’ufficio postale cioè un servizio importante per l’intera comunità – aggiunge – manca un addetto che parli lo sloveno. Tutto questo cozza contro le leggi di tutela della lingua slovena, perciò chiediamo un rapido intervento destinato a ripristinare una situazione di equilibrio».


All’Ufficio postale di Prosecco operava in passato un addetto con padronanza della lingua slovena, ma era poi stato trasferito a Sgonico e non sostituito. Ma non è solo il problema dell’Ufficio postale ad agitare le acque. L’attrito fra istituzioni dell’altipiano e il Comune deriva in particolare da diverse “vedute” sul grado di tutela della minoranza linguistica nei servizi educativi.


Mesi fa, Tenze si era impegnata per garantire ai bambini in età prescolare, di madrelingua slovena, la possibilità di beneficiare della presenza di un asilo nido bilingue e di un asilo nido con lingua d’insegnamento slovena nell’ambito del territorio del Comune di Trieste. «Attualmente – aveva ricordato Tenze – vi è un solo asilo nido con 17 posti riservati ai bambini di lingua slovena, mentre quelli iscritti alle scuole per l’infanzia con madrelingua slovena sono 328».


Le argomentazioni erano state raccolte nel testo di una mozione, alla quale l’assessore comunale per l’Educazione Angela Brandi aveva risposto osservando che «la legge non prevede obblighi per lo Stato di istituire scuole con lingua d’insegnamento slovena in aggiunta a quelle esistenti». Brandi aveva poi precisato che «la tutela della minoranza linguistica slovena è garantita dalla presenza della sezione slovena del nido Semidimela di via Veronese e dall’aggiunta di sette posti destinati sempre al gruppo linguistico sloveno, in virtù della convenzione, valida per l’anno scolastico 2017-18, con il nido privato Kosovel di via Ginnastica». Una replica che ha portato il presidente di Altipiano Est, Marko De Luisa, ad affiancare Tenze nella firma di una lettera in cui si afferma che «la risposta dell’assessore denota carattere politico, riflettendo il modo di pensare della stessa nei confronti della comunità slovena. Non ci fermeremo alla superficiale negazione di un diritto riconosciuto dalle leggi italiane ed europee – concludono Tenze e De Luisa – che ritenevamo oramai acquisito».


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