Nel borsello la polizia trovò un coltellino Assolto dall’accusa di detenzione d’arma
È stato assolto con la formula “perché il fatto non sussiste” in relazione all’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, quanto alla detenzione di un’arma da taglio è stata dichiarata l’esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto, in base all’articolo 131 bis del Codice penale.
A pronunciare la sentenza, al Tribunale di Gorizia, è stato il giudice monocratico Gianfranco Rozze.
S’è quindi concluso con l’assoluzione il processo a carico del monfalconese Franco Oppedisano, di cinquantasette anni. L’articolo 131 bis Cp, in sostanza, stabilisce che la punibilità viene esclusa quando, per le modalità della condotta e per l’esiguità del danno o del pericolo, l’offesa è di particolare tenuità e il comportamento risulta non abituale.
La vicenda risale al 2016. Era la tarda serata del 14 novembre quando l’uomo s’era recato in un esercizio pubblico, l’Enopub di via Sant’Ambrogio. Nel locale aveva incontrato un conoscente con il quale s’era intrattenuto a parlare.
Niente di più normale, insomma, se non fosse che lo scambio di battute tra i due era stato piuttosto colorito, quasi a far temere che la situazione trascendesse. Questa era stata l’impressione del titolare del pubblico esercizio che, per prudenza e comunque nel dubbio, aveva richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Di lì a poco s’era presentata una pattuglia della Squadra Volante della Polizia del locale Commissariato.
Quando gli agenti erano entrati nel locale, l’allora cinquantaduenne si trovava in bagno. Una volta uscito s’era trovato davanti i poliziotti con l’evidente intenzione di allontanarlo dal pubblico esercizio.
Secondo l’ipotesi di accusa, l’uomo avrebbe usato violenza e minaccia per opporsi agli agenti. Il monfalconese era stato quindi portato all’esterno, s’era proceduto alla relativa identificazione, per poi farlo salire nell’autovettura di servizio.
In Commissariato era seguita anche la perquisizione di borsello che l’uomo aveva con sè, come d’abitudine, in fondo al quale era stato rinvenuto un coltello a serramanico (cosiddetto a molletta), della lunghezza complessiva di una decina di centimetri, e con lama a scatto di 7,5 centimetri.
Nel corso del dibattimento, i testimoni chiamati a deporre che si trovavano all’interno del locale durante l’intervento degli agenti della Polizia di Stato, hanno da parte loro affermato di non aver notato situazioni particolari, e che il monfalconese non aveva opposto resistenza.
Nessuno invece ha potuto fornire indicazioni su cosa possa essere accaduto all’esterno del pubblico esercizio e nel momento in cui l’uomo era salito nella vettura della Polizia.
Il cinquantasettenne ha reso esame davanti al giudice, soffermandosi sulla modalità con la quale uno dei due agenti l’aveva portato fuori dal locale, nel considerarla ingiustificata, ma anche su altri aspetti della vicenda.
Oppedisano, rappresentato dal difensore, avvocato Franco Crevatin, alla luce della sentenza assolutoria, ha voluto spiegare: «Ho presentato denuncia nei confronti degli agenti per la redazione di un verbale che non ritengo veritiero, ma anche per le lesioni che ho subito a causa del comportamento di uno dei due poliziotti».—
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