Nel centenario dalla nascita mostra tributo a Dora Bassi

Pittrice, scultrice e anche scrittrice, oggi Dora Bassi avrebbe compiuto cent’anni. È scomparsa nell’agosto del 2007. Era nata a Feltre, è morta a Udine. Negli ultimi tempi risiedeva a Gradisca, ma a Gorizia è sempre rimasta legata. Per ricordarla, il Comune realizzerà una visita virtuale multimediale dei suoi dipinti, donati alla città dalle figlie (Roberta e Patrizia Corbellini) assecondando un desiderio dell’artista, espresso poco prima della morte. Si tratta delle tele del ciclo “La gioventù innocente” dedicate ed ispirate alle “Poesie a Casarsa” scritte da Pasolini nel 1942 e conservate al teatro Verdi. Tale visita virtuale sarà disponibile sui canali social e web del Comune. Non è comunque il primo omaggio dell’amministrazione municipale all’artista: basti ricordare, tra gli altri, la mostra antologica del 1997 in Castello, curata da Giancarlo Pauletto, e l’intitolazione, nel 2016, della sala conferenze di via Garibaldi, dove è anche esposto un suo quadro: “Il treno delle 4 e 22”, anche questo da lei donato al Comune. «Sì, a Gorizia era legatissima – afferma una delle due figlie, Roberta Corbellini –. Era nata a Feltre perché mio nonno aveva dovuto là trasferirsi per lavorare, ma quando ha potuto è tornato subito in città, per acquistare in società la farmacia Pontoni e Bassi, in via Rastello. Quindi, mia mamma a Gorizia aveva frequentato il liceo classico e intrecciato diverse amicizie. La casa di famiglia, poi, era a Brazzano. E a Gorizia, come a Brazzano, è sempre tornata con estremo piacere».
Nel 1940, Dora si diploma al liceo artistico e, dal ’41 al ’43, frequenta l’Accademia di Venezia. Sempre nel 1943 si sposa con il friulano Glauco Corbellini. Dagli anni Cinquanta si dedica alla scultura, sperimentando diversi materiali. L’occasione di una vita, le giunge nel 1971, quando Dino Basaldella la chiama all’Accademia delle Belle Arti di Brera come sua assistente. Resterà a Milano fino al ’91, prima di tornare in regione e coltivare le vecchie amicizie, oltre che di allacciarne di nuove.
«Mia madre – continua Roberta Corbellini – era molto legata a quella particolare atmosfera che, da giovane, aveva potuto respirare a Gorizia. In particolare, dal futurismo di Tullio Crali. Tra i suoi legami giovanili c’è anche, sicuramente, quello con Cesare Devetag e, quando tornò in Friuli Venezia Giulia, strinse poi amicizia con suo figlio Antonio, ex assessore alla Cultura a Gorizia. Ma, tra gli altri suoi amici, tengo ancora a segnalare il germanista Hans Kitzmüller, proprio residente a Brazzano, il direttore della Biblioteca statale isontina Marco Menato e l’associazione Amici della Galleria Spazzapan attraverso i quali incontrò giovani critiche con cui sviluppa quella pratica di discorso sull’arte che costituisce uno dei tratti della sua vivace personalità».
Del 1998 è il suo romanzo “L’amore quotidiano”, ma gli ultimi anni sono soprattutto nel segno della pittura. Nella stagione estrema realizza il ciclo pasoliniano. La visita virtuale che su di esso ha in mente il Comune permetterà di meglio conoscerlo, ma l’auspicio è che venga approfondita l’intera opera di un’artista senza dubbio tra le maggiori del territorio. –
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