Nel libro di Silvio Maranzana Trieste e la dicotomia passato-presente: «Città di mare, oltre i drammi del ’900»
La presentazione dell’ultimo libro del giornalista fra reportage e viaggi per comprendere l’attualità

TRIESTE Sullo schermo scorrono le immagini di oltre settant’anni di storia di Trieste. La piccola sala di galleria Rossoni è gremita, in numerosi sono accorsi a scoprire un passato per tanti aspetti inedito della città, frutto di una lunga carriera di inchieste e reportage. Sbaglierebbe, però, chi pensasse che l’ultimo libro pubblicato da Silvio Maranzana – “Trieste Files. Le verità nascoste dalla Seconda guerra mondiale a oggi” (Luglio editore) – sia dedicato soltanto al tempo che fu. Perché – afferma l’autore nel corso del dibattito – «la storia fa strani giri, non andate e ritorni, ma circonvoluzioni».
La presentazione del suo volume indica, così, alcune coordinate fondamentali con cui analizzare l’attualità di Trieste e non solo: dall’immigrazione attraverso la rotta balcanica, alle incognite geopolitiche, passando per lo sviluppo del porto e per il turismo.
I lettori del quotidiano Il Piccolo conoscono il nome di Maranzana, per 35 anni cronista del quotidiano e oggi direttore della rivista “Nord Adriatico magazine”.
L’ultimo libro raccoglie le sue pagine più significative apparse negli anni, accompagnate dai resoconti dei suoi viaggi personali. A fare da collante è, innanzitutto, l’approccio giornalistico: «on the road», lo definisce Maranzana, senza il filtro dei social network, di internet e spesso nemmeno del telefono.
Approccio che consente una lettura diversa, in cui i tanti temi che chiamano in causa la città di Trieste vengono proiettati sotto una luce particolare:
«Bisogna andare sul posto e, come nel caso della rotta balcanica o delle navi del porto, non occuparsi solo dell’arrivo, ma anche dei luoghi di partenza».
È una sorta di «rovesciamento geografico», per usare ancora le parole di Maranzana: perché è solo visitando Paesi come la Romania o la Turchia, che diventa possibile comprendere a pieno i fenomeni che poi influenzano la costa giuliana. Proprio sui Balcani si concentra un’ampia parte del dibattito, riallacciando gli spunti del libro all’attuale contesto geopolitico.
«Ci sono molti parallelismi fra le guerre jugoslave e la guerra in corso ora in Ucraina», osserva Alberto Bollis, vicedirettore del gruppo Nord Est Multimedia, fra i relatori della presentazione dopo l’apertura di Francesco Cardella. «La storia ci sta passando addosso – prosegue Bollis – e non siamo ancora in grado di percepire le conseguenze nel loro complesso».
Per questo il passato, con tutti i necessari distinguo del caso, aiuta a fare chiarezza e il contributo di Maranzana – con il punto di osservazione privilegiato delle inchieste – si rivela prezioso. Un discorso che, quindi, può essere esteso anche ai già citati flussi migratori: «Maranzana non si limita a descrivere i luoghi – spiega Paolo Gropuzzo, ex questore e comandante dei Nocs – ma affronta il problema, nel caso dell’Islam, anche dal punto di vista culturale e religioso».
A risultare decisiva, ancora una volta, è l’impronta giornalistica, capace – con il suo metodo «on the road» – di scandagliare la realtà nelle sue concrete sfaccettature. Si potrebbero, a questo punto, riportare altre decine di suggestioni emerse nel dibattito: dal ruolo sempre più influente esercitato dalla Cina – uno dei reportage di Maranzana, realizzato nel 2008 a Shanghai, ne offre da questo punto di vista una testimonianza autentica – ad altre interviste inserite nel volume, come quella al ministro dell’Energia russo, portata a termine nella sede della prima televisione privata di Mosca.
Forse, però, un’attenzione speciale la meritano le ultime pagine del libro. “Trieste Files” si chiude, infatti, con una «nota di ottimismo», sancita per prima cosa dall’ingresso di Slovenia e Croazia nell’Unione europea. Mentre il capitolo conclusivo presenta un titolo già eloquente di suo: “La riconquista del mare”. «Da una città “sul” mare – spiega Gropuzzo – Trieste è tornata ad essere una città “di” mare». Non si tratta di un gioco di parole, ma è la presa d’atto di una rinnovata centralità del porto di Trieste, la quale promette di trasformare la città in «una delle capitali marittime del Mediterraneo». «Riconquista» che, secondo Maranzana, «potrà far dimenticare i grandi drammi del Novecento triestino». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo