Nel mirino finisce il ruolo di Bearzi E Razzini chiede più commissioni

Bonaventura Monfalcone-2018.03.14 Consiglio Comunale Monfalcone Bearzi Nuovo Presidente-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-2018.03.14 Consiglio Comunale Monfalcone Bearzi Nuovo Presidente-foto di Katia Bonaventura

Fabio (Panzer) Delbello, il consigliere democratico che dal suo arrivo, nel maggio 2018, ha scalzato Cristiana Morsolin dal podio per numero di interrogazioni prodotte insiste: «Un Consiglio comunale è troppo poco, ce ne vorrebbero almeno due». Ma nel mirino finisce anche il presidente della massima assise, il leghista Paolo Bearzi: «Io, che ho rivestito il suo stesso ruolo, sono stato molto più autonomo di lui, negli interventi e nella conduzione dei lavori». «Inoltre – aggiunge – dovrebbe stimolare maggiormente le commissioni che operano pochissimo, in particolare sui temi delle scuole dell’infanzia, l’implementazione del sistema museale e la politica sportiva». «Venni – arringa – dovrebbe impegnarsi, come presidente di quell’organo, di più. Ecco c’è qui un vizio di fondo: la mancata separazione tra giunta e Consiglio. Così le commissioni diventano mera sede burocratica, atta a fornire i documenti in previsione dell’aula».

Sul punto trova sorprendentemente d’accordo (ma solo per taluni versi) Federico Razzini, dall’altra parte della barricata: «Ci sono poche commissioni, ma molti punti all’ordine del giorno nei Consigli: si produce e l’assise funziona molto bene». «Certo – aggiunge il leghista – se dovessi fare un appunto, direi che le commissioni potrebbero lavorare un po’ di più. I presidenti convocano poco, ma forse prima invece si assisteva all’eccesso opposto: tante sedute per questioni di lana caprina». «Il presidente Bearzi? Se la cava bene e cerca di tenere a bada e gestire sia le opposizioni che l’irruenza della sindaca. Dopo un periodo di choc il centrosinistra ha cominciato a essere più incalzante». «Con l’opposizione – conclude – c’è rispetto. Morsolin, per esempio, mi piace perché entra nel merito delle questioni. È intelligente e preparata: c’è un’interlocuzione accesa, ma quasi mai improntata sullo scontro personale».

Tirato in ballo Bearzi non commenta le critiche di appiattimento sulla maggioranza, ammette vi siano in aula discussioni su diversi punti tecnici, ma quando si può si affrontano anche temi politici, senza preclusioni di sorta. I rimborsi ai consiglieri e le spese delle sedute ricadono sulla collettività e per questo è importante che primariamente «l’Aula deliberi su questioni di interesse dei cittadini, poi il problema delle interrogazioni tardivamente esposte era presente anche sotto l’era Pizzolitto».

Ci sono però grandi rimostranze sul punto. «È vero che anche a noi, ai tempi del governo, era accaduto talvolta di discutere interpellanze altrui con un paio di mesi di ritardo, ma qui c’è metodo, scientificità», argomenta Omar Greco di Art1-Mdp. A testimonianza adduce il fatto che «perfino nella Capigruppo non si trova mai un accordo, ma finisce sempre tutto ai voti e spesso ciò accade pure per stabilire la data di convocazione della massima assise, scordando che il Consiglio è composto da 25 persone, non solo da chi governa». Insomma, «neanche nella Bulgaria ai tempi d’oro...». Ma allora, se la vita è resa così difficile, perché non prevedere azioni eclatanti, come in passato se ne pur sono viste? «Se c’è ostracismo – replica – non puoi far nulla. Abbiamo anche pensato di non presentarci in Consiglio, ma faremmo solo il loro gioco: ne sarebbero appena felici».

Ti.Ca.

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Riproduzione riservata © Il Piccolo