«Nessun caro-tasse», le due università graziano i fuori corso

Trieste e Udine non applicano il raddoppio previsto da Roma In Friuli Venezia Giulia è in ritardo il 30% degli studenti
Di Giovanni Tomasin
FOTO BRUNI TRIESTE 26 01 09 FACOLTA' DI ARCHITETTURA:ASSEMBLEA STUDENTI
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TRIESTE. Studenti fuori corso in Friuli Venezia Giulia? Sono un po’ meno che nel resto del paese, e probabilmente non saranno costretti a sborsare più degli altri per le tasse universitarie. I due atenei della regione, infatti, non sono orientati ad applicare la norma, inclusa nella spending review del governo, che prevede tasse raddoppiate per i fuori corso provenienti da una famiglia con oltre 150 mila euro di reddito, un aumento del 50% per chi ha 90 mila euro di reddito e del 25% per gli altri.

Il quadro regionale

All’università di Trieste i fuori corso nell'anno accademico 2011/2012 sono circa 6mila 200 su 18mila 900 iscritti; per l'università di Udine il dato al 31 luglio di quest'anno era di 15mila 600 studenti con circa 4mila e 400 fuori corso. L’ateneo del capoluogo regionale la percentuale dei fuori corso è circa del 33%, un risultato in linea (un po' più basso) della media nazionale. A Udine i “ritardatari” sono invece il 28% degli iscritti.

Peroni: «Un fenomeno di oggi»

Secondo il rettore dell’università di Trieste Francesco Peroni i fuori corso dei nostri giorni rappresentano il sintomo di un diverso rapporto della società con il mondo degli atenei: «Rispetto a trent’anni fa il corso di studi è diventato un’altra cosa - spiega -. È molto cresciuta l’esperienza lavorativa degli studenti. La ragione non sta tanto nelle tasse universitarie in sé, quanto nei costi complessivi, soprattutto per gli studenti fuori sede: oggi una famiglia si trova a dover affrontare un impegno di spesa molto più incisivo di un tempo». Socialmente questo si rispecchia, commenta il rettore, negli studenti che cercano un lavoro part time per ammortizzare i costi: «Ciò spiega in parte la presenza dei fuori corso - dice -. Senza dimenticare che c'è sempre stato chi semplicemente non ha fretta di finire».

A Trieste nessun aumento

«La percentuale di fuori corso nel nostro ateneo non è preoccupante - premette Peroni -, e al momento non stimiamo necessario di far leva sul fisco per incidere sul fenomeno. In fondo in questi anni non l’abbiamo mai fatto». Il manifesto delle tasse dell’ateneo è sempre votato dalla componente studentesca, dice il rettore, «che partecipa attivamente alla sua definizione». «Negli ultimi anni abbiamo puntato a non alzare le tasse, eravamo un'università virtuosa già secondo i vecchi criteri, ancor più con quelli meno rigorosi appena introdotti». La norma del governo per alzare la pressione sui fuori corso è facoltativa, e al momento Trieste non sente la necessità di usufruirne: «L’applicazione è a discrezione del singolo ateneo - afferma Peroni -. È mia intenzione mantenere nel metodo e nel merito l’attuale linea dell'ateneo. Il messaggio è quindi una rassicurazione: allo stato attuale non prevediamo recrudescenze».

A Udine i manager didattici

Agostino Maio, responsabile della ripartizione didattica dell’università di Udine, commenta così la situazione dell’ateneo: «Posto che la percentuale di fuori corso è significativamente più bassa della media italiana, non intendiamo accontentarci dell'attuale stato delle cose». Sono in programma contromisure principali e collaterali: «Le prime si attuano in tema di didattica - spiega Maio -. Stiamo creando delle nuove figure, i manager didattici, il cui obiettivo è favorire il decremento del numero degli studenti fuori corso. Ce ne saranno dodici, ognuno incaricato di occuparsi di determinati corsi». Le misure secondarie sono anche di carattere economico: «Si premia chi si laurea in corso e chi ha risultati meritevoli. Al tempo stesso nel manifesto delle tasse, laddove si parla di adeguamenti per merito e reddito, mettiamo dei vincoli legati ai tempi: chi va fuori corso per più di un anno non può accedere a questi benefici». Fino ad ora l'università di Udine ha mantenuto invariata l'entità delle tasse per studenti in corso e fuori corso: «Per i prossimi anni il consiglio di amministrazione dovrà valutare l’effetto dei tagli».

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