Nessun sequestro di persona: assolto il centauro Bertocchi

Dopo quattro anni di battaglie giudiziarie, l’ex motociclista e altri cinque (la sua scuderia) scagionati dalle accuse del presidente dell’Acegas Tommasi

di Claudio Ernè

Una bolla di sapone. Così si è conclusa ieri davanti al presidente aggiunto del gip Guido Patriarchi l’inchiesta che quattro anni fa aveva coinvolto tra gli altri l’ex corridore motociclista Sergio Bertocchi accusato di furto aggravato e sequestro di persona. Parte lesa era Walter Tomasi, oggi presidente della più importante squadra di basket cittadina, all’epoca manager del team Alto Evolution. Bertocchi, sua moglie Maria Figel, il mediatore d’affari Cesare Del Mistro, il meccanico Fabio Abbrescia, il poliziotto in pensione Guido Sabadin e l’accompagnatore del team Guido Giannella, sono usciti a testa alta dall’udienza. Ieri sono stati assolti da ogni ipotesi di reato nel corso del giudizio abbreviato.

Secondo la decisione del magistrato non c’è stato un furto, il sequestro di persona non esiste. Semmai la Procura avrebbe potuto contestare agli imputati di aver esercitato arbitrariamente le loro ragioni. Ma non essendo stata presentata querela per questa ipotesi di reato, tutto si è risolto con un nulla di fatto. Assolti e felici.

Chi al contrario è uscito perdente dall’inchiesta che aveva voluto innescare, è proprio Walter Tommasi che si era costituito parte civile nel processo e attraverso l’avvocato Andrea Margotti di Bologna aveva in un verso chiesto 50 mila euro di risarcimento agli imputati e nell’altro si era battuto perché l’ipotesi di furto, ora smentita, fosse trasformata in rapina. Va aggiunto che Walter Tommasi ha già subito un altro contraccolpo giudiziario collegato alla sua gestione del team Alto Evolution. E’ indagato per reati fiscali dalla Procura di Lucca dove risiede perché nel corso di un interrogatorio ha dichiarato che gran parte delle sponsorizzazioni sportive che coinvolgono anche marchi prestigiosi sono gonfiate ad arte. In sintesi il manager ha ripetuto con grande lucidità quanto da tempo è emerso statisticamente da svariate inchieste sulle sponsorizzazioni. Possono essere usate per creare fondi neri. «Chiariremo tutto al più presto. Non ci sono problemi» ha affermato il difensore di Tommasi ieri all’esterno dell’aula del gip dove di li a poco sarebbe stata pronunciata la clamorosa assoluzione.

«Le inadempienze del team Alto Evolution rischiano di portarmi alla rovina», aveva affermato Sergio Bertocchi pochi giorni dopo l’avvio dell’inchiesta. «Ho cercato più volte di fare ritornare Tomasi sulle sue decisioni. Mi aveva messo alla porta con un pretesto dopo avermi assicurato un contratto da team manager per tre anni. Il suo team motociclistico già da tempo era oberato dai debiti. Deve soldi a ditte di autostrasporti, sospensioni carenature, bulloneria in titanio, impianti frenanti, centraline elettroniche. Tomasi non ha mai voluto stipulare il contratto definitivo di compraventida del mio team. Temevo facesse sparire tutto, così ho deciso di riprendermi almeno il mio camion. Sono stato messo alla porta da Walter Tomasi». In altri termini Bertocchi dopo i solleciti rimasti inevasi, aveva deciso di farsi giustizia da sè, esercitando, assieme agli amici che lo avevano spalleggiato in Inghilterra, quello che riteneva un suo preciso diritto. Il proceso di ieri ha in qualche modo supportato questa tesi: Bertocchi e gli amici in teoria avrebbero esercitato abusivamente le proprie ragioni. In sintesi si trattava di un problema da Tribunale civile, non da Procura della Repubblica.

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