Nidi di Processionaria all’assalto dei pini a Monfalcone, Doberdò e Duino

L’Ersa conferma l’espansione del fenomeno forse a causa del caldo. Monitoraggio continuo, ma bonifiche solo nelle città. Le larve il vero pericolo, escono a marzo
Un pino completamente ricoperto di nidi di Processionaria
Un pino completamente ricoperto di nidi di Processionaria

MONFALCONE I boschi di pino che ammantano il Carso tra Monfalcone e Doberdò del Lago sono sotto pesante attacco da parte della Processionaria, il lepidottero defogliatore che vive a spese di diverse specie di pino, ma che può talora risultare dannoso anche ad altre conifere, come alcune specie di cedro. I pini neri tra Monfalcone e Jamiano, ma anche San Giovanni di Duino, sono “addobbati” da una miriadi di bozzoli bianchi, i nidi delle larve dell’insetto. Un fenomeno che potrebbe essere stato indotto dalle temperature più che miti della stagione autunnale e invernale, ma che, comunque, potrebbe non tradursi in un aumento della presenza di larve urticanti nel corso delle prossime settimane o in un incremento della defoliazione e quindi dei danni al patrimonio boschivo.



«Quest’ultima potrebbe verificarsi – spiega Iris Bernardinelli del Servizio fitosanitario e chimico, ricerca, sperimentazione e assistenza tecnica di Ersa Fvg –, ma in realtà non è un problema, perché i nostri pini si sono evoluti assieme alla Processionaria e, dopo aver subito una defoliazione importante, l’anno successivo emettono aghi che contengono sostanze in grado di inibire la nidificazione delle larve. Le piante, quindi, sono in grado di autodifendersi ed è questo il motivo per cui boschi attaccati in modo importante, come quelli delle prealpi carniche, godono di buona salute».

Lo “spettacolo” impressiona, ma non è detto che la presenza di tanti nidi, come quelli effettivamente presenti in questo inverno, corrisponda alla presenza di molte larve. «I lunghi periodi di pioggia che si sono avuti in autunno – afferma Bernardinelli – potrebbero aver provocato una mortalità elevata. Lo sapremo comunque tra febbraio e marzo, quando le larve usciranno dai nidi per scendere dagli alberi e impuparsi nel terreno».

Le stazioni del Corpo forestale regionale, compresa quella di Monfalcone, sono state in ogni caso allertate e hanno già effettuato una ricognizione del territorio, pronte a inserire gli eventuali danni ai boschi nell’Inventario fitopatologico forestale regionale, operativo dal 1994 e che si occupa dello stato di salute delle foreste e dei boschi della regione. «La situazione è quindi sotto osservazione e gli eventuali danni saranno sottoposti a valutazione», afferma Bernardinelli, confermando come, vista la risposta delle piante all’insetto e l’assenza di rischi per il popolamento arboreo, non siano più previste azioni obbligatorie di contrasto alla Processionaria. «Se le condizioni dovessero cambiare non sono esclusi interventi in futuro – aggiunge –. L’attenzione rimane sempre forte».

In ambito urbano il discorso è diverso, invece, considerata la maggiore presenza di persone e animali nei luoghi infestati e che quindi potrebbero subire dei danni alla salute. A seguito del contatto con le larve o con i peli dispersi nell’ambiente possono manifestarsi infatti reazioni epidermiche e reazioni allergiche, soprattutto a spese di soggetti particolarmente sensibili. Nel caso di inalazione attraverso le vie respiratorie possono inoltre comparire reazioni infiammatorie locali, talora anche consistenti. L’azione, in questo caso, spetta però alle singole amministrazioni comunali, che anche a livello locale hanno operato sia direttamente nelle aree di competenza sia con ordinanze per imporre ai privati di eliminare i nidi. Sia in ambito urbano, nel caso in cui le piante dei giardini pubblici siano infestate, sia sul Carso o in altre zone il consiglio è quindi quello di tenere i cani a guinzaglio corto nelle due-tre settimane in cui si verifica la migrazione delle processionarie e di prestare attenzione ai bambini. —


 

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