Nidi di rondine spariti a Borgo San Rocco La protesta animalista

Tolta buona parte dei ricoveri durante lavori nei sottoportici Liberi di volare insorge. La replica: un incidente, non si ripeterà
Lasorte Trieste 13/10/16 - Muggia, Porto S.Rocco
Lasorte Trieste 13/10/16 - Muggia, Porto S.Rocco

MUGGIA. Polemica a Muggia tra l’associazione animalista “Liberi di volare” e la proprietà del complesso residenziale Borgo San Rocco. Al centro del braccio di ferro la sparizione di numerosi nidi di rondine. Ricoveri costruiti dai volatili l’estate scorsa nei sottoportici del villaggio e ora spariti. Nessun mistero, comunque. La rimozione dei giacigli, si è appreso in seguito, è avvenuta in conseguenza di alcuni lavori eseguiti sugli edifici di Borgo San Rocco. Non c’è stata quindi volontà di far del male intenzionalmente alle rondini né, men che meno, di spingerle ad allontanarsi dal complesso muggesano. Si è trattato invece della necessità di eseguire una pulizia profonda degli immobili, ima che alcune aree esterne venissero ridipinte.

Caso chiuso quindi? No. La spiegazione “tecnica” dell’episodio non ha soddisfatto gli ambientalisti dell’associazione “Liberi di volare”, che hanno sollevato il caso e non escludono nemmeno di presentare esposti, chiamando in causa il reato penale disciplinato, spiegano, dalla legge 157 del 1992 e dall’articolo 635, comma 2, del Codice penale.

L’Associazione Liberi di volare, che sensibilizza i cittadini sull’importanza di proteggere la specie ed è riuscita a stimolare la realizzazione a Trieste di circa 120 nidi su edifici privati e pubblici, comprese diverse scuole, si è mossa immediatamente. Dopo aver effettuato un sopralluogo, ha dapprima sollecitato con una lettera l’amministrazione e la proprietà a tutelare le rondini e poi si è rivolta alla Guardia forestale e alla Polizia municipale di Muggia per denunciare la scomparsa delle “casette”. «Si tratta di un danno ecologico per questi uccelli migratori, che dovranno ricostruire il nido distrutto - spiega la presidente dell’associazione ambientalista Silvana Di Mauro -. Uno sforzo supplementare che, oltre a mettere a rischio la stessa sopravvivenza del migratore, ne pregiudica spesso la stagione riproduttiva. Noi avevamo fornito una serie di indicazioni che, se seguite, avrebbero potuto risolvere facilmente il problema. Per esempio - prosegue - avevamo suggerito di sostituire i nidi distrutti con altri artificiali, da collocare nello stesso punto. Questa soluzione, però, non è stata accolta e al posto dei nidi artificiali sono comparse delle ciotoline, di cui ignoriamo lo scopo. Questi animali, veri insettivori naturali - conclude Silvano Di Mauro -, sono fedeli per tutta la vita al partner e al loro nido».

Alle accuse animaliste risponde a stretto giro Marco Pacini, amministratore di Borgo San Rocco: «Sono stato convocato dalla Guardia forestale, ma ho spiegato che l’incidente è avvenuto nell’ambito di lavori di riqualificazione, peraltro nemmeno di competenza della nostra amministrazione. Noi peraltro, a fine aprile, avevamo diramato una comunicazione in cui invitavamo a fare attenzione alla normativa, anche penale, per rispettare i volatili. Mi sono anche già accordato con Liberi di volare per fare delle manifestazioni di sensibilizzazione. Ci dispiace per l’incidente, ma penso possa capitare - conclude Pacini -, nessuno l’ha fatto volontariamente. Credo poi che le rondini, anche se in altri punti, ci siano ancora. Le vedo volare».

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