Nidi ai privati, a Trieste l’opposizione attacca ma ora si contesta anche a destra
Il centrosinistra dopo le dichiarazioni del sindaco Dipiazza: «Asili di Roiano e San Giovanni al pubblico». Brandi di Fi: «Si smantella un’eccellenza»

«Non parlo solo dell’asilo di Roiano, ci sono anche i due nidi pronti a San Giovanni». Il centrosinistra l’aveva presagito. La proposta di Fratelli d’Italia di concedere a privati – pur nel rispetto dei criteri di funzionamento fissati dal Comune, che «esercita un controllo costante» sulla struttura, precisa l’ente – la gestione del nuovo asilo di Roiano potrebbe essere il primo atto verso una nuova modalità di gestione dei servizi educativi per l’infanzia. «Il punto è far quadrare i conti, posto che la priorità è mantenere alto lo standard di qualità del servizio», così ha spiegato il sindaco Roberto Dipiazza nell’intervista rilasciata al Piccolo.
Il centrodestra
Le reazioni non si fanno attendere, così come l’indignazione per quel nido pronto ma tenuto chiuso da un dibattito arenatosi in aula da mesi. La prima telefonata non è dell’opposizione (che è sul piede di guerra), ma arriva dal centrodestra. «I miei timori si stanno traducendo in realtà: qui parliamo di smantellare uno dei fiori all’occhiello di Trieste», dice Angela Brandi di Forza Italia, storica militante di destra nonché assessore all’Educazione nella scorsa consiliatura, delega oggi dei meloniani.
Mai l’azzurra ha fatto mistero della sua posizione, distante da quanto sempre sostenuto altrove da Berlusconi, ma coerente con il suo passato mandato in giunta. Inamovibile fin da quel primo voto in V Commissione, un anno fa: «no, assolutamente no». In quell’occasione la contrarietà di Brandi trovò d’accordo anche Manuela Declich della Lega, allora astenutasi dal voto: «I servizi educativi sono sempre appartenuti al Comune e su future privatizzazioni ho perplessità, in linea con quanto ho sempre sostenuto», conferma oggi la leghista.
«Il compito del Comune non è solo fare opere pubbliche, ma fornire servizi ai cittadini», ribadisce con più forza la collega Brandi. Come far quadrare i costi di gestione? «Eroghiamo quei servizi pubblici da cent’anni, non capisco perché il tema dei costi si pone adesso, tanto più se abbiamo un bilancio ben più ricco rispetto al passato», osserva piccata l’azzurra. «Io non mi limito a piazzare una bandierina, io farò la mia lotta perché ciò non avvenga».
Il centrosinistra
Il centrosinistra è furente. «Se l’asilo di Roiano non è stato privatizzato è anche grazie ai 101 emendamenti depositati da Adesso Trieste: una barricata innalzata contro la svendita di un servizio pubblico fondamentale», incalza Riccardo Laterza. Pur convinto della necessità di confrontarsi per «trovare una soluzione diversa da quella delibera e dare risposta alle famiglie», il municipalista registra «una contraddizione in termini: Dipiazza – annota – dice che è disponibile al dialogo, poi sostiene che la soluzione per Roiano sarà quella da applicarsi anche per i nidi di San Giovanni, inaccettabile».
«Trieste è una delle città con il debito più basso, mentre in Italia abbiamo tremila miliardi di debiti: voglio lasciare un debito sano», spiegava il primo cittadino, ma Paolo Altin di Punto franco ribatte con altri i numeri. «Se Dipiazza è capace di trovare 5 milioni per rifare piazza Unità, sono sicuro – puntualizza – che una cifra inferiore, utile ad avviare il nido di Roiano, non sarà un problema». Incontrando il sindaco «abbiamo dimostrato di voler collaborare, ora spetta a lui fare una proposta non divisiva: la priorità – sottolinea – è che ci siano 66 nuovi posti ad accesso pubblico per le famiglie».
«La mancata apertura del nido è prova dell’incapacità della giunta a utilizzare il denaro pubblico e portare a termine investimenti utili, che rispondono ai bisogni concreti della città», sferza Alessandra Richetti del M5s, convinta che «la spinta verso la privatizzazione dei servizi pubblici non è una scelta neutra, ma – ravvisa – una manovra pericolosa che scarica i costi sui cittadini e tradisce il mandato di chi dovrebbe governare nell’interesse collettivo». «Dipiazza è ostaggio della sua maggioranza», attacca il capogruppo del Pd Giovanni Barbo: in ballo non c’è solo l’asilo all’ex Polstrada, «finanziato con soldi pubblici, ma chiuso da un anno a causa dei litigi nel centrodestra», soprattutto c’è «timore che anche i prossimi nidi realizzati dal Comune saranno affidati a privati».
«Il sindaco ha davvero esagerato», è durissimo Francesco Russo. «Dopo mesi a raccontare che le casse del Comune sono ricchissime, oggi – annota il dem – ci dice che l’obiettivo non è sbloccare il nido di Roiano, ma “far quadrare i conti”: troppo facile rispondere che conti non si fanno su famiglie e bambini, e che le spese in campo educativo sono un investimento sul futuro, a differenza delle risorse sprecate sull’ovovia». Per il dem a tener chiuso il nido è invero «solo la spaccatura della maggioranza: il sindaco non riesce a risolvere il braccio di ferro fra Forza Italia e FdI».
Ma mentre il dibattito si annoda, le famiglie di Roiano attendono. «Le soluzioni – sostiene Russo – ci sono, e siamo disponibili a dare una mano per far aprire l’asilo: sindaco e maggioranza si dimostrino più maturi dei piccoli cittadini cui devono un’offerta formativa pubblica di eccellenza». —
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