Nimis: «La minaccia più grande arriva dalle specie infestanti»
Alcuni hanno nomi stravaganti, come Broussonetia papyrifera o Cameraria ohridella, altri decisamente più banali, come cancro dell’olmo o ailanto, ma tutti hanno in comune una cosa: sono i principali...

Alcuni hanno nomi stravaganti, come Broussonetia papyrifera o Cameraria ohridella, altri decisamente più banali, come cancro dell’olmo o ailanto, ma tutti hanno in comune una cosa: sono i principali nemici del verde pubblico a Trieste. Si tratta di funghi e virus che attaccano gli arbusti fino a farli morire, ma anche di alberi infestanti, difficilissimi da estirpare, al punto che, se tagliati alle radici, acquistano nuova forza e si moltiplicano. A tracciare il quadro delle principali criticità presenti sul nostro territorio è il professor Pierluigi Nimis, docente di botanica sistematica all’Università di Trieste: «Il Comune fa benissimo a intervenire sugli alberi malati e pericolanti, che rischiano di crollare al primo colpo di bora - afferma -. Uno dei problemi più grossi del nostro territorio e che a mio avviso andrebbe affrontato quanto prima, però, è quello delle specie invasive arboree e in particolare dell’ailanto. Si tratta di un albero infestante che ha la tendenza a crescere sui muri ed è il responsabile di tanti crolli, ma anche della rottura di marciapiedi e pavimentazioni. A Trieste è diffusissimo».
Il famigerato ailanto è molto difficile da estirpare e la sua eliminazione comporta costi elevati. «Non basta tagliarne le radici, anzi, facendolo si ottiene l’effetto opposto - sottolinea Nimis -. Faccio un esempio: nell’ottobre del 2015 il Comune aveva tagliato una pianta di ailanto su un muro in via Pendice Scoglietto. Risultato: nella primavera successiva ne erano cresciute altre dieci e adesso c’è un vero e proprio bosco».
Per Nimes la soluzione, seppur non semplice è una sola: «Serve un piano per l’eliminazione delle specie invasive nelle aree in cui possono produrre danni futuri. Bisogna più che altro prevenirne la crescita, in sostanza». Oltre all’ailanto, un’altra specie infestante che si è diffusa in città è la Broussonetia papyrifera, conosciuta anche come “gelso da carta”. La sua eliminazione, in questo caso, risulterebbe meno difficoltosa rispetto a quella dell’ailanto.
Alle piante infestanti si aggiungono poi le malattie che colpiscono ippocastani, olmi e platani nei nostri parchi: «Tutti gli alberi che crescono in un ambiente urbano sono soggetti a malattie - precisa Nimis -. A Trieste diversi ippocastani sono stati infestati da un lepidottero, la Cameraria: solo nell’area del “Castelletto” abbiamo dovuto abbatterne quattro. Fa bene quindi il Comune a individuare gli arbusti malati e intervenire prima che diventino pericolosi».
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