«Noi, famiglie numerose blindate in quarantena»

La difficile quotidianità di genitori e figli in nuclei “over size” tra turni anti anarchia scanditi da un foglio appeso sul frigo, colazioni scaglionate e concerti casalinghi
La famiglia Gamboz nello spazio esterno della casetta di Sant’Antonio in Bosco, frazione di San Dorligo
La famiglia Gamboz nello spazio esterno della casetta di Sant’Antonio in Bosco, frazione di San Dorligo

TRIESTE. Miriam ha 14 anni ed è iscritta alle superiori. Martina ne ha 13, terza media. Poi c’è Chiara che ha 9 anni ed è in quarta elementare. Infine ci sono due maschietti: Davide di 6, al suo primo anno di scuola, e il più piccolino di tutti, Francesco, 3 anni, la mascotte. Cinque figli non sono pochi già normalmente. Figuriamoci in epoca di coronavirus. Dall’appartamento nel rione di Gretta la famiglia Pecoraro si racconta. Mamma Lucia, 35enne collaboratrice scolastica, svela la prima cosa che ha fatto una volta appreso della quarantena: «Ho preso un foglio, ho abbozzato uno schema della giornata e l’ho attaccato sul frigo. Non essendoci più tempi scanditi dall’esterno, ho capito che bisognava autodettarci i ritmi. Il rischio? Sfociare nell’anarchia».

Qui in alto la famiglia Pecoraro al gran completo. Dietro, da sinistra a destra Miriam, papà Giuseppe, mamma Lucia e Martina con in braccio la mascotte Francesco. Davanti ci sono Chiara e Davide.
Qui in alto la famiglia Pecoraro al gran completo. Dietro, da sinistra a destra Miriam, papà Giuseppe, mamma Lucia e Martina con in braccio la mascotte Francesco. Davanti ci sono Chiara e Davide.


La quotidianità vede il 39enne marito Giuseppe, impiegato come tecnico informatico dei Vigili del fuoco, operativo in sede ma anche da casa. «Quando non c’è e mi ritrovo sola dalle 8 del mattino alle 8 di sera a gestire i cinque figli è dura. Solitamente - racconta Lucia - ci svegliamo senza troppa fretta, anche se le ragazze frequentano le lezioni online con l’orario normale di scuola delle 8. La mattina poi è dedicata ai compiti. Chiara sta iniziando ad essere autonoma nella gestione del pc, e questo mi aiuta avendo così il tempo per seguire i più piccoli, Davide e Francesco».

Qual è il segreto per sopravvivere in una famiglia numerosa? «Aiutarsi a vicenda. Nessuno rimane mai solo. Il gioco di squadra è essenziale e ritengo che il coronavirus lo abbia rafforzato. Prima eravamo troppo presi dalla centrifuga della vita quotidiana. Quest’anno poi abbiamo vissuto la veglia pasquale da casa, tutti insieme. È stato un momento molto intimo che ha unito ancora di più la nostra famiglia».

IN CASETTA

«Vivere in 130 metri quadrati con un giardino aiuta, non lo posso nascondere, ma essere costantemente in otto a casa richiede davvero tanta pazienza». Anna, classe 1975, sta trascorrendo la quarantena assieme alla sua famiglia. La famiglia Gamboz è composta da Matteo, 43 anni, il marito, Filippo, 16 anni, il figlio maggiore, Agostino (14) il secondogenito e poi altri quattro figli: Clementina (12), Domitilla (9), Agata (7) e Serafino (5). Matteo, programmatore informatico, pare essere quello che riesce ad affrontare meglio la situazione.

Anna, licenziatasi da educatrice per accudire al meglio i propri sei figli, racconta la prima complessità della giornata: la colazione. «Essendo affrontata a scaglioni, non appena termino di pulire il tavolo e il pavimento della cucina, arriva una nuova ondata di figli affamati e tocca pulire di nuovo». Poi arriva il problema delle lezioni online. «Agostino utilizza il cellulare dal quale guarda i video caricati dai professori. Filippo, che va allo “Stefan” (la famiglia è italofona, ma i figli frequentano scuole con lingua d’insegnamento slovena, ndr), si piazza davanti al pc per tutta la mattina per seguire le lezioni. Clementina sta su un altro pc. Per me invece la situazione più complicata è con i due figli che fanno le elementari: erano indipendenti quando andavano a scuola, ora da casa necessitano di maggiori aiuti e non conoscendo io lo sloveno vado in tilt». Ma c’è anche un aspetto positivo di questa vicenda: non si devono fare più le corse ad incastro per portare i figli nelle rispettive scuole. Infine c’è la parte più vivace della giornata, quella relativa alla gestione della musica. Filippo suona chitarra e sax, Agostino il violino, Clementina il pianoforte, Domitilla l’arpa, Agata il flauto. Un grande concerto, dunque, nella casetta di Sant’Antonio in Bosco.

I PROBLEMI

«Si può uscire per far fare i bisogni ai propri cani e i bambini devono rimanere per forza chiusi in casa?». Lucio Gasparo, coordinatore dell’associazione delle Famiglie Numerose della provincia di Trieste, è perplesso. Diversi punti dei provvedimenti presi per affrontare l’emergenza sanitaria non lo convincono. Anche perché le famiglie con tanti figli sono, secondo il suo ragionamento, tra le più penalizzate. «Pensiamo ad esempio alla gestione dei buoni spesa da parte del Comune. Per un nucleo composto da 4 persone il bonus assegnato è di 550 euro, mentre per nuclei da 5 o più persone si sale a 700 euro. Ma dico io, ci sarà una differenza se in famiglia si è in 5 oppure in 8? Mi pare davvero una cosa fatta male, senza una visione d’insieme completa».

L’ultima stoccata Gasparo la riserva alle scuole: «Per chi ha più figli come noi si sta riscontrando il caos totale sulla scelta delle piattaforme da utilizzare per le lezioni e i compiti online. Mi chiedo perché non si sia pensato di dare una omogeneizzazione, scegliendo un solo software per tutti gli istituti scolastici – conclude – in modo da semplificare e di tanto il lavoro dei genitori». 


 

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