Non ci fu alcun contrabbando Dissequestrato il catamarano
Sono stati assolti i due austriaci, Werner Polzl, 64 anni, e Klaus Fuchs, 65, residenti vicino a Graz, finiti a processo con l’ipotesi di accusa di contrabbando. La sentenza è stata pronunciata lo scorso lunedì dal giudice monocratico Fabrizia De Vincenzi, con la formula “perché il fatto non sussiste” e la disposizione del dissequestro dell’imbarcazione. La vicenda risale al settembre 2016, quando un catamarano, battente bandiera panamense, trasferito al Marina Hannibal per essere sottoposto all’ultima fase di costruzione, era stato sequestrato dalla Guardia di Finanza di Trieste. L’imbarcazione, della lunghezza di quindici metri del valore di 400 mila euro, in grado di affrontare le traversate transoceaniche, era passata di proprietà alla società Arethusa, con sede nel principato del Liechtenstein, tra Austria e Svizzera, che l’aveva quindi immatricolata a Panama. La costruzione era iniziata a Lignano, lo scafo allo stato grezzo era poi via via stato trainato in mare approdando in altri cantieri specializzati dove eseguire le diverse opere di lavorazione. L’Hannibal era stata dunque l’ultima tappa prima di poter affrontare la prima navigazione. Il catamarano portato alla marina monfalconese era stato posizionato a terra, per essere sottoposto ai lavori. Ma invece degli allestimenti erano stati apposti i sigilli della Gdf.
L’accusa in sostanza si basava sul fatto che per le imbarcazioni straniere presenti in acque territoriali a partire dai 18 mesi, è obbligatorio il versamento dell’Iva, in virtù dell’importazione del bene nello Stato italiano. Un importo evaso che era stato quantificato dalla Gdf in 80 mila euro, il 20% del valore del catamarano. Era stato richiesto il dissequestro, istanza che la Procura non aveva accolto. Da qui il procedimento per l’ipotesi di accusa di contrabbando nei confronti dei due austriaci, processo iniziato nel 2017. A rappresentare la difesa di entrambi gli imputati è stato l’avvocato Maurizio Rizzatto. Lo scorso lunedì, al Tribunale di Gorizia, davanti al giudice monocratico Fabrizia De Vincenzi, dopo la discussione finale è scaturita la sentenza assolutoria. Il pm aveva richiesto la pena di 3 mesi e la confisca del catamarano. L’avvocato Rizzatto, in attesa di leggere le motivazioni alla sentenza, ha affermato: «L’imbarcazione era stata immatricolata prima della consegna alla società, ed era stata sottoposta a lavorazioni particolari e specifiche per le quali veniva cantierata in luoghi diversi. Trattandosi di un bene in costruzione, il catamarano non è mai stato in navigazione, veniva infatti trainato in mare. Essendo stato costruito in Italia, non c’è mai stata importazione». —
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