Non pagano la Siae, maxi multa per i b&b

Sanzioni da 15 mila euro per una quindicina di strutture con tv in camera ma non in regola con le norme sui diritti d’autore



Maxi multa in arrivo per una quindicina di bed & breakfast e affittacamere dotati di tv nelle camere, ma non in regola con le norme sul diritto d’autore. Gli accertamenti della Finanza hanno riscontrato il mancato pagamento della Siae e, in alcuni casi, anche del canone Rai. I gestori ora rischiano una sanzione fino a 15 mila euro e una reclusione fino a tre anni.

Nel corso dei blitz nelle strutture ricettive, le fiamme gialle hanno sequestrato trentacinque apparecchi televisivi, oltre che 1 modem wi-fi. I finanzieri, per quanto riguarda la Siae, contestando appunto la violazione delle normative sui diritti d’autore.

Un’indagine ad ampio raggio, quella del Comando provinciale della Finanza. Le verifiche sono state messe a segno sia nel territorio di Trieste sia in quelli di Muggia e San Dorligo della Valle.

Non sono interventi a campione, bensì operazioni avviate nell’ambito di veri e propri servizi di polizia economico-finanziaria. Servizi, precisa il Comando provinciale, «finalizzati a prevenire e reprimere le condotte illecite». Tanto più ora, dinnanzi al boom del turismo.

I finanzieri non hanno agito da soli ma in collaborazione con i funzionari della Siae, chiamati ad appurare il regolare pagamento del canone Rai e dell’abbonamento per il diritto d’autore.

L’intento «è contrastare le forme di abusiva messa a disposizione del pubblico di opere dell’ingegno». Vale a dire, come disciplinato dalla norma in materia, «il diritto esclusivo di comunicazione al pubblico attraverso strumenti sonori e/o video-sonori ubicati in strutture ricettive».

Va infatti ricordato che secondo la legge nazionale vigente, provvedimento che ha recepito le indicazioni di due direttive comunitarie, la semplice installazione di apparecchi televisivi nelle camere di un albergo o di un’altra struttura ricettiva extra-alberghiera (come b&b e affittacamere, appunto) connessi e funzionanti, rende di per sé possibile la fruizione di programmi, film ed altre opere «dell’ingegno» da parte dei clienti. Fruizione che incide «sul diritto esclusivo di comunicazione al pubblico». I gestori che mettono a disposizione le apparecchiature («fonti sonore e/o video sonore») devono quindi richiedere il permesso di «utilizzazione del repertorio amministrato Siae», pagando quanto indicato.

Gli illeciti accertati dalla Finanza sono ora al vaglio della Procura. Come detto, gli imprenditori vanno incontro a una sanzione penale che può comportare la reclusione fino a tre anni e la pena pecuniaria fino a 15.000 euro.

«Molti gestori non erano nemmeno a conoscenza della norma», spiegano dalle Fiamme gialle. Tutte le informazioni a riguardo, ci tiene a precisare il Comando, possono essere acquisite rivolgendosi agli sportelli delle istituzioni competenti. —



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