Cabinovia, il centrodestra rompe il silenzio: “Opera strategica, opposizione incosciente”
Attacco frontale del sindaco Dipiazza con i capigruppo di maggioranza: “Comportamento vergognoso con un ostruzionismo immotivato a oltranza, questa è una grande opportunità per Trieste”.

«L’opposizione è irresponsabile, con l’ostruzionismo tiene in ostaggio la città. Noi con la cabinovia andremo avanti fino alla fine». Il centrodestra rompe la linea di granitico silenzio tenuta sinora ma lo fa non in Aula, davanti ai partiti di centrosinistra e ai cittadini da giorni presenti per assistere a un dibattito ancora inesistente, bensì in Salotto Azzurro, pochi metri in fondo allo stesso corridoio.
«Negli ultimi 25 anni non ho mai visto un atteggiamento simile», si sfoga il sindaco Roberto Dipiazza, rivendicando i risultati ottenuti, le Rive e la Grande viabilità, e difendendo senza il minimo dubbio un’opera che, torna a ribadire, «sarà una grande opportunità: le opposizioni ci lascino lavorare in pace, non ne posso più».
Il Consiglio comunale è ormai al quinto giorno di seduta fiume quando la maggioranza infine prende parola. «Inutile intervenire su una delibera già illustrata nel dettaglio da tecnici e assessore competente, o discutere di temi non strettamente correlati alla variante stessa», precisa l’assessore Elisa Lodi, che ribatte: «Noi non rimaniamo in silenzio “perché abbiamo paura”, ma per senso di responsabilità». Poche e misurate, quindi, le parole a difesa di un progetto che in cinque anni è stato più volte difeso nelle rispettive ragioni. Abbondanti e impenitenti, invece, le rimbeccate agli avversari politici.
La coalizione parla direttamente alla stampa, nonostante quella richiesta di confronto che il centrosinistra da giorni rivolge a un muro di gomma. Riccardo Laterza di Adesso Trieste tenta anche di partecipare alla conferenza, ma è subito invitato a uscire. «Laterza cerca il consenso del Comitato No Ovovia, e Francesco Russo e Giovanni Barbo del Pd corrono dietro come cagnolini», sbotta Marcello Medau di Fratelli d’Italia, invocando nella minoranza un «minimo di responsabilità, perché così – dice il meloniano – si spreca tempo: questo modo di fare non è più tollerabile». «Sono cinque giorni che parliamo sempre delle stesse cose: dovremmo discutere della variante, invece l’opposizione si chiede se la cabinovia partirà in caso di Bora», critica il capogruppo della Lega Stefano Bernobich, mentre Roberto Cason di Idea Giuliana ribadisce che «porteremo l’iter alla fine». Maggioranza fratturata? «Il centrodestra è unito», dice il forzista Alberto Polacco, che non entra nel merito della cabinovia ma solo della variante: «Un atto dovuto, lo richiede anche il Tar».
Nessun ripensamento neanche di fronte al 73% dei triestini contrari all’opera, come rilevato dal sondaggio recentemente apparso su queste colonne. Il primo cittadino riporta ai presenti alla conferenza stampa, peraltro, uno scambio personale di messaggi avuto con Enrico Marchi, presidente del cda del gruppo Nem (che edita anche Il Piccolo), dopo avergli scritto per lamentarsi proprio nel merito dello studio condotto dall’agenzia Winpoll: studio che Dipiazza torna a criticare e definisce «molto discutibile».
«Quando eravamo all’opposizione, abbiamo votato un Prg, ma non siamo mai stati così irresponsabili», lamenta l’assessore Everest Bertoli, evidenziando come la stasi dell’Aula potrebbe penalizzare altre delibere nodali, come le tariffe della Tari o la variazione di bilancio. «Il voto può essere favorevole o meno, ma nessuno – dice l’esponente di giunta – ha diritto di bloccare la città». Il dibattito potrebbe durare «fino a quando non si sa», ma l’auspicio ultimo di «superare lo stallo e trovare un punto di caduta» formulato dal sindaco appare favolistico. Il compromesso è impensabile. «Ma cosa devo fare? La delibera sulla variante non la ritiriamo, anche a costo di andare a oltranza e fare mattina», dice Dipiazza. —
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