«Non si può subire un altro declassamento»

«Trieste non può accettare la riduzione del numero di magistrati, sarebbe l’ennesimo declassamento per questa città». Anche Roberto Gambel Benussi, presidente dell’Ordine degli avvocati di Trieste, si è schierato fermamente contro la proposta ministeriale di revisione delle piante organiche che, al vaglio del Csm, prevede una riduzione d’organico col passaggio da 25 a 21 giudicanti (più un sostituto procuratore in meno in Procura) al Tribunale triestino. «Quasi il 20% in meno, una decisione che se confermata sarà foriera di guai - ha aggiunto Gambel Benussi -. Il problema è che si è teorizzato il tribunale ideale ma le realtà sono diverse fra loro. Il prossimo passo sarà che i Tribunali di Trieste e di Gorizia scompariranno». Le modifiche paventate sul fronte degli organici si legano alla revisione delle circoscrizioni giudiziarie, a regime dal settembre prossimo. In proposito, il presidente degli avvocati triestini, ha rilevato che «il Tribunale di Tolmezzo ha pagato un po’ per tutti».
Anticipando altri passaggi del discorso che terrà questa mattina durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, Gambel Benussi è poi ritornato sull’«attacco furibondo» portato dal governo nei confronti del mondo degli avvocati con il cosiddetto “Decreto professioni” nel quale professioni regolamentate a livello costituzionale sono state trattate come le altre, con l’avvocatura che è riuscita all’ultimo a smarcarsi da questo testo e ad avere un proprio statuto regolato da una legge. Alcune disposizioni si sono però rivelate insuperabili comunque. E Gambel Benussi ha posto l’accento su una di esse in particolare: «La riduzione del periodo di tirocinio da 24 a 18 mesi prima di poter dare l’esame da avvocato. Una necessità, ci era stato detto, per “stare” in Europa. Ma in Austria la pratica dura cinque anni. E, allora, il problema è a monte: è l’Università che deve formare e le nostre lauree sono solo meramente teoriche mentre dovrebbero avere un ultimo anno, ad accesso programmato, di specializzazione».
Gambel Benussi ha anche ribattuto a Trampus sul tema dell’istituto della mediazione-conciliazione, giudicando «un successo» la sentenza di illegittimità pronunciata dalla Corte costituzionale, e sull’ipotesi di un filtro in Appello, bollandolo come «un elemento assolutamente negativo. Perché - ha rilevato - se è vero che il 68% delle sentenze di primo grado viene confermato, c’è però un altro 32%. Un terzo del totale». (m.u.)
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