Non versa la quota all’Ordine, via la direttrice di Voce giuliana

Cambia la direttrice della Voce Giuliana, la storica testata dell’associazione delle Comunità istriane: se ne va Alessandra Norbedo, in carica dal 2014, e arriva Chiara Vigini, già presidente dell’Irci. Un cambiamento inaspettato e non privo di risvolti politici, ma nato da un disguido: non avendo Norbedo corrisposto l’iscrizione all’ordine dei giornalisti, doveva per forza decadere dal suo incarico.
Si tratta di un impiccio a cui l’ex direttrice potrà facilmente porre rimedio, ma che nondimeno ha costretto gli organi dell’associazione a individuare una sostituta alla guida del giornale. Un compito non facile, tanto più in tempi di epidemia.
Il cambio al vertice è stato ufficializzato nei giorni scorsi dal direttivo delle Comunità istriane, che ha convenuto sul nuovo nome via mail, essendo impossibilitato a riunirsi.
Il nome in questione è appunto quello di Vigini, molto noto nella galassia esule, ma per molti versi inaspettato. Storicamente infatti la nuova direttrice della Voce Giuliana è considerata un’esponente degli esuli più vicini al centrosinistra, mentre le Comunità istriane, così come l’associazione ad essa più prossima, l’Anvgd, fanno decisamente riferimento all’area del centrodestra, pur restando in ambito moderato.
La nuova direttrice della testata commenta così la sua nomina: «È stata una svolta inattesa e improvvisa, ma in fondo fa parte delle cose strane di questo periodo strano - afferma -. Ho accettato subito per spirito di servizio e perché mi pare che in questo momento ci sia bisogno di divulgare notizie. Ciò vale pure, e forse soprattutto, per un giornale come il nostro, che si rivolge a generazioni più anziane, che non hanno tanta dimestichezza con la Rete e aspettano ancora l’arrivo del postino con la nuova copia. Non si poteva lasciare un vuoto».
La direttrice però precisa che non è sua intenzione stravolgere l’identità della testata: «Io avrò una linea editoriale coerente con il presidente David Di Paoli Paulovich e l'associazione, darò spazio a tutte le voci. Del resto io sono quello che sono e tutti sanno che amo l'Istria». La Voce Giuliana di Vigini, però guarderà anche ai giovani: «Amo anche le nuove generazioni, essendo un’insegnante delle scuole medie. Tanti nostri giovani sono nipoti o pronipoti di esuli che si fanno onore e ricordano le loro radici e rendono la memoria dell’Istria viva, una cosa da valorizzare». Vigini ricorda tra i punti salienti del suo curriculum la collaborazione di lunga durata con le Comunità istriane: «Le rappresento nel gruppo di lavoro al ministero dell’Istruzione, con cui ogni anno organizziamo un seminario nazionale per i docenti, divulgando la storia dell’Istria e dell’esodo. Faccio parte anche di Giuliani nel mondo e della Società di studi storici di Pirano».
La scelta di Vigini da parte del presidente delle Comunità Di Paoli Paulovich resta una novità non da poco per il panorama dell’esodo. In un primo momento la nomina aveva spiazzato i sostenitori di Di Paoli alla presidenza, il capo dell’Anvgd Renzo Codarin e il consigliere comunale forzista Bruno Marini, che poi però hanno preso atto della disponibilità di Vigini approvando la nomina. Si approfondisce così il solco fra Comunità e Anvgd da un lato, membri di Federesuli e orientate al centro, e l’altra grande realtà associativa degli esuli: l’Unione degli istriani, il cui presidente Massimiliano Lacota è considerato prossimo, con il consueto pragmatismo, al potere leghista al timone in Regione. —
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