Nordest, la crisi risparmia le buste paga dei manager
Generali, Luxottica, Benetton, Geox, Danieli, AcegasAps: l’alta dirigenza delle principali “firme” economiche del Triveneto conferma redditi milionari
TRIESTE. Le buste paga degli italiani continuano a ristagnare e, come comunicato in settimana dall'Istat, non riescono a tenere il passo del carovita. Un problema che, nel corso del 2010, certamente non si è posto per le retribuzioni degli amministratori dei grandi gruppi del Nordest quotati in Borsa. Buste paga che, andando a spulciare negli ultimi bilanci, sono rimaste milionarie. L'assegno a sette zeri più alto è stato staccato da UniCredit, banca che ha fra i propri azionisti anche la Fondazione CrTrieste. Per far cessare il rapporto di lavoro con Alessandro Profumo, l'istituto di credito ha dovuto mettere infatti sul piatto ben 40,6 milioni di euro, il contratto più oneroso di tutta Piazza Affari. Il suo successore Federico Ghizzoni ha avuto un compenso di "soli" 647 mila euro, meno degli 1,58 milioni incassati del presidente Dieter Rampl: bisogna considerare, però, che il banchiere piacentino è entrato in carica solamente al 30 settembre.
Le paghe di Generali. L'altro “silurato di lusso” Cesare Geronzi, ex presidente delle Generali, si è collocato al quarto posto nella classifica italiana 2010 dei compensi dei manager: i suoi 5,02 milioni percepiti al lordo delle tasse sono stati molto di più di quanto arrivato invece a Sergio Balbinot (3,55 milioni), a Giovanni Perissinotto (3,46 milioni), a Raffaele Agrusti (1,7 milioni) o a Claude Tendil, il presidente di Generali France che ha sfiorato i 2 milioni di compensi. Anomalia, invece, in Banca Generali, perchè l'ad Giorgio Girelli ha portato a casa 1,43 milioni, assegno inferiore a quello che la società al contrario ha staccato al dg Piermario Motta (1,74 milioni).
Gli industriali. Colpiscono poi, perché di solito queste cifre girano perlopiù nel mondo della finanza, le buste paga formato maxi dell'ad di Luxottica Andrea Guerra (3,815 milioni), di Fabio De’ Longhi, vice presidente e consigliere delegato dell'omonimo gruppo (2,22 milioni) e di Roberto Vedovotto, capoazienda della Safilo. Manager che, dagli olandesi di Hal e dalla famiglia Tabacchi, ha ricevuto ben 2,05 milioni.
Sempre fra i golden-boy di Borsa con lo stipendio sopra quota 2 milioni, Pier Francesco Saviotti consigliere delegato del Banco Popolare (2,47 milioni) e Giovan Battista Mazzucchelli, Ceo di Cattolica Assicurazioni (2,3 milioni). Nella galassia delle società controllate dalla famiglia Benetton, la busta paga più pesante è stata quella dell'ad di Autogrill Gianmario Tondato da Ruos: nel 2010 i suoi compensi totali sono stati pari a 1,83 milioni, un milione in meno rispetto a quanto intascato nel 2009.
Il presidente dell'omonima società di abbigliamento Luciano Benetton ha percepito 1,6 milioni mentre l'ad della controllata Atlantia Giovanni Castellucci ne ha presi i 1,5, di più di quanto arrivato in tasca a Gerolamo Caccia Dominioni, Ceo del gruppo dei pullover colorati (1,34 milioni per esser stato in carica fino ad aprile 2010) o ad Alessandro Benetton, il figlio di Luciano che, per la sua carica di vice presidente, ne ha incassati 1,1.
Un altro manager nordestino che è comparso ai piani alti della classifica delle retribuzioni è stato Diego Bolzanello, ad di Geox. Il dirigente, sempre nel 2010, si è visto recapitare un assegno di 1,17 milioni, oltre 600 mila euro in meno del suo presidente Mario Moretti Polegato, azionista principale che non si è accontentato così del dividendo. Stipendio maxi anche per Stefano Beraldo, Ceo di Coin, gruppo ora nella galassia del fondo BC Partners, che ha percepito una retribuzione di 1,44 milioni, circa 100 mila euro in più rispetto al 2009. Immediatamente sotto quota un milione, i compensi dell'ex ad della padovana Carraro Alexander Bossard (955 mila euro), del presidente-fondatore dell'omonino gruppo dei trattori Mario (780mila euro) o, ancora, gli emolumenti percepiti dal numero uno di Zignago Vetro Franco Grisan (678 mila euro) e da quello di Save Enrico Marchi (600 mila euro).
Le quotate in Borsa. E fra i gioiellini regionali quotati a Piazza Affari? Il Paperon de Paperoni del Fvg è stato Gianpietro Benedetti: il presidente della friulana Danieli, colosso dell'acciaio, ha ricevuto una busta paga di 612 mila euro. Non "sfigurano", poi, nemmeno i quasi 452 mila euro di Alcide Rosina, presidente e consigliere delegato di Premuda, i 450 mila del numero uno di Eurotech Roberto Siagri, i 278 mila del suo vice Gianpietro Tecchioli o, ancora, i 377 mila di Cesare Pillon e i quasi 337 di Marina Monassi, rispettivamente ad e dg del gruppo triestino Acegas-Aps (di 273 mila euro, invece, la busta paga del presidente Massimo Paniccia).
Dirigenti che, nel “derby” delle municipalizzate, hanno ben staccato i 316 mila euro di compenso percepiti dal collega di Ascopiave Gildo Santon, anche se c'è da sottolineare, però, che a Pieve di Soligo i 5 top manager che lo scorso anno hanno mandato avanti l’attività operativa del gruppo hanno ricevuto ognuno 760 mila euro. In fondo alla classifica dei golden boy nordestini, l'ad di Stefanel Luciano Santel: il manager cresciuto in casa Luxottica e Geox e approdato, poi, a Ponte di Piave ha incassato oltre 270 mila euro. Circa 1000 euro al giorno per una società in costante rosso. Niente male.
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