Nuova casa di produzione fondata dal regista Natoli nella piccola Hollywood
Cristian: «La Tesla è una start-up creata grazie ai soldi ricevuti con il progetto GoLabor. Un cliente prima di partire»

«La fortuna ha voluto che trovassimo un cliente già prima di partire». Da regista a produttore il passo non è certo breve, ma non è neppure così lungo come può sembrare. Il goriziano Cristian Natoli lo sa bene. Dopo aver diretto diversi documentari, varie serie televisive e backstage cinematografici, ha ora fondato con la pordenonese Chiara Toffolo la casa di produzione “Tesla Production”. La “Hollywood sull’Isonzo” si arricchisce dunque di una nuova realtà. «Sappiamo d’essere gli ultimi arrivati e di essere piccoli, ma non siamo in competizione con nessuno», precisa Natoli aggiungendo: «Siamo parte integrante di un sistema che sta crescendo e ci stiamo muovendo per metterci in rete e avviare collaborazioni con le altre realtà locali». Oltre a Transmedia e a Dams cinema, Gorizia può contare su quella Galaxia Casting guidata da Antonella Perrucci che, tra gli altri, ha “scoperto” per conto di Ivan Cotroneo (“Un bacio”) il sagradino Rimau Grillo Ritzberger. Dal capoluogo isontino sono partiti poi il regista Matteo Oleotto e l’attrice Anita Kravos e come loro, da queste terre, ha mosso i primi passi anche la “carsolina” Karolina Cernic. Tutto ciò senza contare quei professionisti che lavorano dietro le quinte o la Sine sole cinema, la casa di produzione fondata da Mattia Vecchi, Giovanni Ziberna e Valeria Baldan che, dopo una parentesi nell’incubatore d’impresa dell’Autoporto di Sant’Andrea, si è ora trasferita a Mariano del Friuli.
A tutti loro ora si aggiunge in piazza Tommaseo 5 la (per ora) piccola Tesla Production. «Il sistema è in reale crescita – assicura Natoli -. In questi anni, grazie alla Film Commission e al Fondo per l’audiovisivo si sono formate delle professionalità che sono rimaste qua e non sono andate via. Si è creato un circolo virtuoso: più lavori, più crei professionalità, e più professionalità hai, più lavori. Abbiamo scelto di restare a Gorizia perché ci crediamo e perché si può creare davvero un sistema Fvg». Tra Gorizia e Nova Gorica Natoli ha girato i due video commissionati per conto di Coop Italia da H2H sul tema della fiducia e entro febbraio ne produrrà altri due. «La piscina di Gorizia ci è venuta incontro e, dopo aver considerato diverse location della regione, abbiamo trovata proprio a Gorizia la casa più adatta alle nostre esigenze. Poi c’è la torre di Smartno, ma a quella avevo pensato già in fase di scrittura della sceneggiatura». «Noi non potremo mai assumere 20 persone – ammette il regista-produttore -, ma girando qui possiamo dare visibilità al territorio come hanno fatto a Trieste. Girare in un luogo diventa uno spot per quel luogo anche se non si fa uno spot». Tesla production è una start-up nata grazie al progetto GoLabor lanciato dall’ormai defunta Provincia di Gorizia. «Ci siamo iscritti al concorso mentre realizzavo il backstage del ‘Ragazzo invisibile 2’ di Gabriele Salvatores e siamo arrivati terzi. Abbiamo ricevuto un contributo da 10.800 euro che poteva essere usato come meglio credevamo. Noi lo abbiamo utilizzato per l’affitto, per le utenze, per il notaio e per i primi acquisti fondamentali. Se non fosse stato per GoLabor avremmo ritardato questa avventura». Dal momento che, all’apparenza, è difficile trovare dei punti di contatto tra il cinema e Nikola Tesla, la scelta del nome è curiosa. Natoli si definisce “un fan” del “padre” della corrente alternata. «Ha avuto uno sguardo verso il futuro e in più è stato un uomo di confine con un’identità doppia, tanto che Serbia e Croazia litigano ancora tra loro per rivendicarne la paternità. Inoltre è il simbolo di un mondo a impatto Zero. Ha sempre fatto ricerca nel campo dell’energia pulita e noi vorremmo ridurre l’impatto ambientale dei set. Come? Con una cosa poco sostenibile: i soldi». Il sogno è avere entro dieci anni strumenti alimentati da energie rinnovabili e pulite, come il fotovoltaico. Ma per Natoli la riduzione dello spreco parte già dalle piccole cose. «Nell’ultimo set in cui sono stato, nel corso di tre mesi sono state consumate 6mila bottiglie d’acqua. Al loro posto si possono usare i ‘boccioni’ con bicchieri personalizzati, così si riduce anche la produzione di plastica». Le idee ci sono e sono chiare e forse è per questo che ancora prima di partire la Tesla Production aveva dei clienti.
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