Nuova sede alla Lega Navale Strukelj lascia la presidenza

A scoprire che nell’ultimo lembo limaccioso di via dell’Agraria non c’era solo palude, ma un’area che si prestava a ospitare pontili, ormeggi, un bacino d’allenamento fu quarant’anni prima Colombo. Franco Colombo. Che così scoprì non l’America bensì la Lega navale, oggi florida realtà da seicento e passa soci. Ieri un’altra pietra miliare, o meglio un altro «mattoncino», per dirla con le stesse parole del presidente uscente Davide Strukelj, che molla il timone per intraprendere (forse) più ardue e agitate acque, quelle della politica come aspirante candidato per il centrosinistra, è stata posta per la sezione monfalconese del sodalizio: la consegna della nuova sede, interamente costruita in epoca Covid-19, non senza traversie e, per questo, un contenitore ancor più prezioso, caro. Ma pur sempre un «contenitore», quando invece finalità del sodalizio è sempre stata perseguire la stella polare del «benessere della persona», del socio, cioè del «contenuto».
Le mura fresche di tinteggiatura, la terrazza sul mare, la sala riunioni e la palestra, contornate da tutti gli optional, sono una bella eredità da lasciare. Ma la soddisfazione maggiore, Strukelj, ieri in elegante completo grigio nonostante i quasi 30° al sole, a sottolineare l’importanza dell’evento, l’ha tratta nel consegnare un luogo di socialità, di aggregazione, del fare squadra. E scusate se è poco, guardando ad altre realtà in cui la conflittualità non viene risparmiata. Una Lega navale dunque cresciuta, passata dai 200 agli attuali 270 posti barca. C’è di che ringraziare e Strukelj ha ringraziato tutti, ma proprio tutti, dalle banche al Coni, dagli iscritti agli atleti, dal Comune alla Regione. Luna di miele, poi, con il sindaco Anna Cisint (accompagnata da Paolo Bearzi), che pure tra meno di un anno potrebbe essere l’avversario da abbattere, alle urne s’intende. Prima cittadina chiamata a parlare con tutti gli onori di casa e che ha raccolto e restituito il fair play parlando di una giornata ricca di soddisfazioni e gratitudine per la tante persone attive, ricordando anche l’aneddoto della «conoscenza di lunga data con Davide», suo maestro di teoria a un corso per pigliar la patente nautica. Strukelj, lo si intuisce già, non è uno da sgambetti, non è nel suo dna. Nessun rimando, neanche alla larga, alla politica, sebbene nella platea qualche viso non avulso a questo mondo si sia visto, magari presente in altra veste. Come Paolo Polli, socio Lega navale e presidente di Apertamente, Giorgio Brandolin a capo del Coni, o Sara Vito, ex assessore regionale e nella giunta nazionale Uisp (Unione italiana sport per tutti). Assente il dem Diego Moretti nonostante l’invito. C’era poi l’associazionismo, con Svoc e ScT. Da buon Pippo Baudo, ipse dixit, Strukelj ha dato la parola a tutti: oltre al sindaco, al presidente nazionale della Lega navale Donato Marzano, al comandante della Capitaneria Giovanni Nicosia, al vertice del Coni Brandolin, che ha sottolineato l’importanza della ripartenza sportiva, con la gradita conferma della tenuta del tesseramento: «I giovani sono tornati ad allenarsi». Forse il biennio terribile della pandemia sarà archiviato. È stata ricordata altresì la partecipazione ai mondiali di Palermo, con l’imbarcazione Hansa 303, dell’equipaggio disabili: metà delegazione è tesserata Lega navale. «Faccio mio l’augurio – ha concluso Brandolin – che possiate usare questa struttura per implementare lo sport».
Strukelj, nel ricordare l’imminente rinnovo del direttivo della sezione monfalconese (12 e 13 giugno), ha tenuto a elevare i toni della cerimonia, aperta con l’alzabandiera dei Marinai d’Italia e chiusa con l’equipaggio Maldobrie, rammentando come «le elezioni siano il momento più bello, più alto della democrazia in una società». Qualcuno vi ha intravisto un primo test di orazione pubblica (ma Strukelj non ha voluto parlare, ieri, di politica, confermando la volontà di separare le sfere, e del resto si attende la pronuncia in assemblea del Pd). Così nel pubblico “amico”, a un presente, è scappata la battuta: «Sarebbe un buon sindaco». —
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