Nuovo mercato ortofrutticolo «per sfidare Udine e Padova»

Un mercato ortofrutticolo capace di fare la concorrenza a Padova e a Udine nell’intercettare i grossisti istriani, che vengono ad approvvigionarsi in Italia. Durante l’estate l’Istria ha milioni di turisti, la produzione croata non riesce a coprire il fabbisogno della penisola, le strutture commerciali del Nordest italiano - soprattutto Padova - soccorrono così le esigenze annonarie della costa che da Umago si sviluppa fino a Fiume. Trieste deve sapersi inserire in questo gioco con un’offerta qualificata e moderna, a tale proposito il Comune lavorerà a stretto contatto con gli operatori del settore per trasformare l’ex Duke - acquistata dal Municipio lo scorso aprile a 1,2 milioni di euro - in un’efficiente realtà mercatale dedicata a frutta & verdura.
Lorenzo Giorgi, assessore al Patrimonio e al Commercio, ha partecipato al sopralluogo che la III commissione consiliare, sotto la presidenza del dipiazzista Francesco di Paola Panteca, ha effettuato in via Ressel su richiesta dell’esponente pentastellata Daniela Bertoni. Sulle tempistiche realizzative, il pubblico amministratore forzista ritiene ragionevole che i lavori di riallestimento potranno essere completati attorno all’autunno 2020. «Adesso elimineremo le vecchie celle frigorifere - ha spiegato Giorgi - così resteranno in piedi solo le mura perimetrali. Progetteremo gli interni d’accordo con gli operatori del Mercato e pensiamo che la soluzione migliore dovrà essere una gestione diretta della struttura da parte degli stessi grossisti». Sono poi intervenuti nel dibattito i consiglieri Bassa Poropat (IpT), Porro (FdI), Bertoli (Lega).
Rispetto a una quindicina di anni fa il numero degli operatori, che attualmente lavora nella grande area tra Riva Ottaviano e via Giulio Cesare, si è dimezzato. Adesso una dozzina di commercianti provvede a rifornire negozi, alberghi, ristoranti triestini: «Vendiamo circa 150 mila quintali di ortofrutta all’anno, circa 500 quintali al dì - racconta Renato Guercio, rappresentante dei grossisti nella Confcommercio giuliana - con un giro d’affari tra i 20 e i 22 milioni di euro. Un centinaio di addetti, tra dipendenti diretti e cooperative, gravita attorno all’ingrosso». La forte diffusione della grande distribuzione ha ristretto i margini di azione dei commercianti e solo i più robusti sono riusciti a resistere: «Una volta servivamo il 90% della piazza, adesso siamo a poco più del 40%». Ma Guercio è convinto che con un mercato nuovo e ben situato dal punto di vista logistico, ci sia spazio per ripartire: «Certo, l’ex Duke ha bisogno di essere ampliata. Oggi lavoriamo in 8 mila metri quadrati coperti, via Ressel ne ha poco più di 2 mila: l’adeguamento è indispensabile». —
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