NurSind: pochi infermieri piani ferie ancora nel limbo

«Negli ultimi anni, il Pronto soccorso di Gorizia è stato privato di moltissimi infermieri (mobilità, pensioni, licenziamenti) e nessuno di loro è stato reintegrato. Alle carenze d’organico non si è mai fatto fronte con manovre di assunzione ma si è ricorso solo a momentanei spostamenti, spesso e volentieri sguarnendo altre realtà lavorative. Oppure ci si è affidati a infermieri interinali privi di esperienza o con contratti a termine. Così non va».
È un duro atto di accusa quello del NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche. La coperta corta in fatto di organici emerge ancor più nitidamente oggi, a ridosso delle ferie estive.
«Ad oggi - denunciano Luca Petruz e Afrim Cassli - non esiste la possibilità, per gli infermieri del Pronto soccorso di Gorizia, di una programmazione delle ferie estive, il cui periodo inizia con il primo giugno prossimo. Il motivo? Con l’organico attuale, non vi è possibilità alcuna di garantire per tutto il personale la possibilità di usufruire del proprio periodo di vacanze senza sguarnire il Pronto soccorso. Dunque, con il personale ad oggi in servizio (senza assunzioni), la scelta è tra la rinuncia delle ferie estive o il lavoro al di sotto dei contingenti minimi previsti per il reparto. Quindi, reputiamo che nessuna scelta sia percorribile senza calpestare i diritti dei lavoratori o peggio senza metterli a serio rischio!»
Il NurSind va giù duro. E ha scritto una lettera indirizzata ai prefetti di Gorizia e di Udine e al direttore generale dell’Aas Bassa Friulana-Isontina, Giovanni Pilati. I toni sono decisi, quasi ultimativi. Non a caso è stata scelta la strada dello stato di agitazione del personale. Non migliore la situazione al Pronto soccorso di Monfalcone «dove gli operatori si sono trovati ad affrontare numerosi turni con un numero di persone al di sotto dei contingenti minimi previsti dall’azienda stessa: si è giunti al paradosso di avere più personale infermieristico in turno in un giorno di precetti per lo sciopero piuttosto che in un normale giorno lavorativo...».
I segretari Petruz (Gorizia) e Cassli (Udine) puntano il dito anche sui «frequenti episodi di demansionamento in cui l’infermiere di turno si vede costretto a recapitare i prelievi ematici al laboratorio analisi o ad accompagnare il paziente in barella in visita specialistica o in altri reparti senza che vi sia una reale necessità clinica di un infermiere. In queste circostanze viene ulteriormente sguarnito il Pronto soccorso e quindi... l’assistenza ai pazienti. Detto ciò, siamo dunque a denunciare una situazione in cui i lavoratori di questo reparto non sono più disposti a tirare sulla loro pelle una coperta sempre più corta ma ora si attendono una risposta forte e una regolarizzazione del lavoro che venga dai vertici aziendali: questo per il bene diretto dei lavoratori ma, senza dubbio alcuno, per il bene diretto del cittadino che rischia oggi di essere servito da persone stanche, demotivate o in numero insufficiente nonostante la buonissima volontà degli infermieri in servizio».
Infine, il NurSind riporta alcuni esempi di “situazione ferie e ore straordinarie” per far capire la reale carenza di personale: «Al Pronto soccorso di Gorizia parliamo di oltre 2.300 giorni di ferie e oltre 1.000 ore straordinarie. All’astanteria di Monfalcone in media ci sono 29 giorni di ferie ad infermiere. Non serve aggiungere altro».
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