Obiettivo Unesco, il Goriziano cala il tris

Dopo le candidature di Isonzo e Collio-Brda ora è l’antica Scuola merletti di Gorizia a tentare la carta del riconoscimento
Di Roberto Covaz

Prima l’Isonzo, poi il Collio e la Brda e ora i merletti. Il Goriziano cala il tris nell’ambiziosa scalata per rientrare nei patrimoni tutelati dall’Unesco. Ultima arrivata, ma forte di almeno cinque secoli di storia, la scuola merletti di Gorizia (istituita nel 1978 e gestita dal 2013 dall’omonima Fondazione) si candida assieme ad altre 15 consorelle distribuite in tutto il territorio italiano a diventare “Patrimonio immateriale dell'Umanità dell'Unesco, per salvaguardare, promuovere e valorizzare un'arte antica e preziosa, simbolo della cultura e dell'identità del nostro Paese”. Da Bolsena a Chioggia, da Chiavari a Forlì, fino a Bosa, Cantù, Meldola, L'Aquila, Latronico, Orvieto, Rapallo, Sansepolcro, Santa Margherita Ligure, Varallo Sesia, Venezia e Gorizia: 16 città, unite in sinergia per creare una collaborazione tra enti, che rafforzi sempre più la consapevolezza del valore del merletto italiano, attraverso incontri, eventi, manifestazioni. La scuola merletti di Gorizia presenterà domani (alle 15.30 nello show room di corso Verdi 86) l’adesione al progetto sostenuta in tale sforzo dal Comune. Significa che nel prossimo futuro la città avrà occasioni nuove e stimolanti per farsi conoscere e veicolare la consolidata tradizione dei merletti. L’obiettivo del riconoscimento dell’Unesco è lungo e complesso, ma da qualche parte bisogna cominciare. Ci sta provando con determinazione anche il comitato che sostiene la candidatura del Collio e della Brda slovena.

La candidatura Unesco del Collio-Brda proprio domani sbarcherà a Bruxelles. I sostenitori sono i Comuni di Cormons e Dolegna del Collio, oltre alle amministrazioni comunali di Capriva del Friuli, Mossa, Farra d'Isonzo, San Lorenzo Isontino, San Floriano del Collio, Gorizia, la Fondazione Carigo, la Camera di commercio della Venezia Giulia e il Consorzio tutela vini Collio. All'incontro parteciperà anche una delegazione proveniente dalla Brda. Collio e della Brda possono contare anche sull’appoggio della Regione.

Punta al riconoscimento dell’Unesco pure l’Isonzo anche se in questo caso l’iter appare più complesso. Negli anni scorsi a Gorizia è stato fondato il Club Unesco Isonzo che si sta dando molto da fare per sensibilizzare la “cultura” del fiume soprattutto nelle scuole. Nel frattempo l’Isonzo da fiume “Sacro alla Patria” è diventato “Sacro ai popoli d’Europa”. L’idea proposta dalla Croce rossa Fvg e dall’Unuci ha trovato subito l’appoggio dei sindaci di centrosinistra dei Comuni bagnati dall’Isonzo. Cartelli indicanti tale nuova denominazione sono già stati fissati a Gradisca e a San Canzian. Netta contrarietà al cambio è stata invece espressa dal centrodestra. Il sogno è che si giunga al brand “Isonzo fiume tutelato dall’Unesco”; una soluzione che metterebbe d’accordo tutti.

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