«Oggi i ragazzi pensano solo a Playstation e Facebook»

La musica disco è stata parte della nostra storia. Auspico che quei tempi possano tornare».
Lo dice sospirando Andrea Bigot, noto dj goriziano e già imprenditore della notte. Lui fu l’anima del mitico “castello di Medea”: una discoteca raffinata e che trasformò la storica residenza della famiglia De Grazia nel tempio della notte. Molta acqua è passata sotto i ponti e quella magiche serate di musica house sono diventate uno sbiadito ma piacevole (per chi le ha vissute)ricordo.
Bigot, perché le discoteche tradizionali non ci sono più?
Le motivazioni sono molteplici. Innanzitutto, c’è stato un cambiamento generazionale. I giovani d’oggi sono completamente disinteressati a questo tipo di cultura. Si orientano a giocare alla Playstation o a chattare su Facebook. La discoteca non rientra fra i loro interessi. E non è l’unica motivazione.
Si spieghi meglio.
Manca qualità, preparazione musicale e specializzazione nei generi anche da parte dei gestori. Oggi si va a realizzare quello che è più semplice: si mettono a disposizione dei clienti prodotti commerciali. Non c’è ricercatezza nella selezione dell’offerta musicale.
La tecnologia ha cambiato le sorti delle discoteche?
Certo. Dai dischi in vinile e dai cd siamo passati ad Internet e al computer. Anche il dj, che prima sfoderava una tecnica sopraffina appresa sul campo, oggi si limita a premere un unico pulsante per mixare due dischi. Manca la magia. Una volta, poi, il disc-jockey comunicava con i propri fan, oggi il rapporto è assai più freddo. E poi, non essendoci più locali, anche le giovani promesse non hanno luoghi dove potersi esprimere. Si è chiuso un capitolo.
Quali sono gli ultimi “trend” del divertimento?
Innanzitutto, si è spostato l’orario di intrattenimento: non cavalca più la notte ma l’orario dell’aperitivo. Sono in voga gli appuntamenti prima della cena sulla neve dopo la sciata e i classici beach party. E le discoteche chiudono. Sì, ci sono imprenditori (vedi Sistiana, vedi Lignano) che resistono: a loro, tanto di cappello. Vanno avanti, nonostante la politica li penalizzi.
Perché li penalizza?
L’Italia è un Paese sempre più vecchio. Non bastasse ciò, ci si mettono anche i nostri amministratori a creare regole, controlli, leggi e leggine al fine di sfiancare gli imprenditori della notte. La gente ormai non ha più nulla da fare che starsene a casa a guardare la programmazione di Sky. È deprimente.
Una panorama desolante...
Sì. Ma la disco-music non morirà mai, sopravviverà sempre nella nostra mente. Le future generazioni magari la considereranno fuori moda, verrà messa all’indice, ridicolizzata. Rideranno di John Travolta e di Olivia Newton John, degli abiti in poliestere, delle scarpe con la suola alta. Oggi non ci si veste più in quella maniera ma noi siamo quelli che abbiamo amato la musica disco. Mi auguro ci sia un ritorno di fiamma.
(fra.fa.)
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