Ogs alla boa del campionamento “mondiale”

Anche il mare di Trieste è stato protagonista, ieri, in contemporanea in tutto il pianeta, dell'Ocean Sampling Day. Si tratta di un’attività di campionamento delle acque oceaniche e costiere effettuato per studiare la biodiversità dei microorganisimi e le loro funzioni. Sono stati circa 170 i siti coinvolti, dall'Islanda all'Antartico, da Moorea (Polinesia francese) al Sudafrica. In Italia i punti di campionamento sono stati una decina, grazie alla partecipazione di sette realtà scientifiche: l’Ogs, Istituto nazionale di Oceanografia e Geofisica sperimentale (Sezione di Oceanografia) di Trieste, l’Iamc e l’Ismar del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) la Stazione zoologica Dohrn di Napoli, le Università di Padova, Urbino e Marche. Il Centro tematico biomolecolare di LifeWatch-Italy produrrà i dati molecolari sulle microalghe.
L’Ogs ha campionato le acque del nostro Golfo nei pressi della boa Mambo, situata ai limiti della Riserva naturale marina di Miramare. «C'è ancora molto da scoprire sulla biodiversità dei microrganismi marini. Per la prima volta, grazie all'Ocean Sampling Day, potremo confrontare acque di tutto il mondo, campionate nello stesso momento e con lo stesso protocollo. - ha affermato Paola Del Negro, direttore Oceanografia di Ogs -. È fondamentale che queste iniziative vengano poi ripetute nel tempo, perché solo dal confronto tra le rilevazioni effettuate in passato è possibile analizzare come sta cambiando la biodiversità e affermare se le sue variazioni siano dovute all'attività dell'uomo (scarichi a mare, pesca indiscriminata, altri comportamenti poco rispettosi dell'ambiente) o ai cambiamenti climatici». In tema, la banca dati Ogs dei campionamenti nei pressi della boa Mambo rappresenta, con quella della Stazione Dohrn di Napoli, la serie storica più importante a livello italiano, con rilevazioni mensili dal 1970. «Un vero e proprio patrimonio che ci distingue anche a livello internazionale» ha concluso Del Negro.
La vita sulla Terra ha un legame imprescindibile con il mare: il 70% del Pianeta è ricoperto dagli oceani e i microorganismi marini (batteri, microalghe e altri organismi unicellulari) rappresentano le forme di vita dominanti la cui biomassa supera di gran lunga quella degli organismi superiori. Si stima che i microorganismi marini contribuiscano a oltre la metà della produttività primaria globale, svolgendo un ruolo analogo a quello delle piante terrestri. Attraverso le loro semplici attività vitali, quali la respirazione o la fotosintesi, plasmano la composizione chimica degli oceani e dell’atmosfera, producendo la metà dell’ossigeno che respiriamo.
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