Oltre 3 ore di braccio di ferro tra impresa e ambientalisti sulle vasche dei pesci a Duino

Confronto serrato nella commissione comunale. Improbabile il trasloco al largo dell’impianto ma l’Arpa apre a «verifiche sui fondali» in futuro 
U.sa.

IL DIBATTITO

Il conflitto continua. Tre ore e mezza di discussione, nel corso della seduta che la Commissione Ambiente del Comune di Duino Aurisina ha dedicato al tema, non sono bastate. Sulla presenza delle vasche per l’allevamento del pesce, situate al largo di Duino e di proprietà della Valle Ca’ Zuliani, le parti in causa sono rimaste ciascuna della propria idea. Da un lato l’azienda, forte dei pareri dell’Arpa, che ha confermato che «nella lavorazione sono rispettati tutti i criteri di legge che riguardano sia la tutela dell’ambiente sia l’utilizzo di mangimi di qualità», dall’altro gli ambientalisti e il consigliere di opposizione Vladimiro Mervic impegnati a chiedere «ulteriori controlli sui fondali» e a proporre di «spostare più al largo le vasche». In mezzo il Comune, con il sindaco Daniela Pallotta che ha sottolineato «il valore delle attività produttive che garantiscono importanti realtà occupazionali». La Valle Ca’ Zuliani dà lavoro infatti a una cinquantina di persone. Del resto, l’obiettivo della seduta, come ribadito dalla presidente della Commissione Chiara Puntar, affiancata dagli assessori Stefano Battista, Lorenzo Pipan e Massimo Romita, era di «approfondire le conoscenze sul problema», ed è stato centrato.

Il direttore della produzione della Valle Ca’ Zuliani Stefano Caberlotto ha precisato che «l’allevamento dei branzini non è forzato e la qualità del mare sta a cuore anche a noi che viviamo qui». Pasquale Romagno, referente sanitario dell’azienda, ha sottolineato a sua volta che «l’impresa è certificata per la totale assenza di antibiotici nella lavorazione». Claudia Orlandi dell’Arpa ha quindi ricordato che «lo stato delle acque a Duino è costantemente buono», e che si potrebbero effettuare in futuro «verifiche sui fondali», rispondendo così a una specifica richiesta di Mervic e del consigliere Igor Gabrovec (Us). Quest’ultimo ha anche proposto una verifica dei fondali con l’ausilio dei sub. Il consigliere Giorgio Ret (As) ha rammentato che «le gabbie sono qui da decenni». Quanto allo spostamento degli impianti, Michele Doz, delle imprese di pesca locali, lo ha definito «molto problematico» mentre Franco Manzin, della Direzione regionale risorse ittiche, ha spiegato che «andare oltre il chilometro dalla costa implica un’autorizzazione ministeriale». Mervic ha parlato poi di «vita vegetale scomparsa nella zona delle vasche» e di un «evidente problema di deturpazione del paesaggio». Sull’analisi dei fondali ha insistito anche Elena Legisa (Rifondazione). Tiziana Cimolino (Medici per l’ambiente) ha accennato al fatto che «solo di recente i controlli sono diventati rigorosi, mentre in passato l’uso degli antibiotici nell’allevamento dei pesci era massiccio». Lino Santoro, consulente di Medici per l’ambiente, ha posto l’accento sul rischio di «interruzione del ciclo naturale della biosintesi delle sostanze umiche e della demolizione delle sostanze organiche, senza dimenticare l’ipotesi dello stress che si può creare nei pesci costretti nelle gabbie».—U.Sa.

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