Oltre mille i goriziani morti per l’Austria

Avviata la prima ricerca per conoscere il numero dei Caduti nella prima guerra mondiale

Sono morti di serie B o, meglio, sono morti due volte. Sono i soldati della Contea di Gorizia e Gradisca - come si chiamava la nostra Provincia ai tempi dell’Impero asburgico - costretti in qualità di sudditi a indossare la divisa dell’esercito austroungarico allo scoppio della guerra nel 1914. E con quella divisa morti sui vari fronti, ed in particolare quello russo, perchè più lontano dall’Italia. Ma quanti sono morti? Nessuno lo sa, perchè per decenni questi morti sono stati dimenticati, considerati alla stregua di nemici. Solo da qualche anno si svolgono iniziative, come a Lucinico, Brazzano e Romans, per ricordare questi italiani morti per l’Austria.

Questo compito non facile - si tratta di spulciare montagne di documenti negli archivi di Stato di Vienna e di Roma - se l’è assunto la Società Cormonese Austria, che ha ricevuto un sostegno finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia e della Provincia. L’associazione, da tempo impegnata nella ricerca dei caduti nella prima guerra 1914-1918, potrà realizzare così l’elenco dei militari pertinenti nella Contea di Gorizia e Gradisca morti combattendo nell’esercito austroungarico. «La finalità - spiega il presidente Giovanni Battista Panzera - è quella di poter, per il centesimo anniversario della Grande guerra, avere e pubblicare un elenco completo e ufficiale dei soldati della Contea e di tutte le città e paesi in essa compresi che combattendo nell’esercito austroungarico sono morti».

Il progetto di ricerca prevede l’acquisizione di documentazione originale al Kriegsarchiv di Vienna e viene svolta su documenti originali quali gli Sterberegister (Registri dei decessi) e le Verlustlisten (liste delle perdite) che ogni reggimento austroungarico teneva e nei quali sono riportati, per gli anni 1914-1918, i nominativi dei militari caduti in guerra.

«La consultazione degli stessi registri - spiega Panzera - per ora, è stata limitata ai reggimenti nei quali hanno militato i soldati austroungarici provenienti dalla nostra provincia. Contestualmente la ricerca prevede anche l’acquisizione in copia delle Verlustlisten (liste delle perdite) che la fureria d’ogni reggimento compilava giornalmente in tempo di guerra. Solo quelle del 97° reggimento sono complete e corpose e dove sono registrati sia i morti che i feriti, gli scomparsi e i prigionieri». «Le liste delle perdite - agggiunge Panzera - non possono comunque dare la certezza della morte di un militare, in particolare per i dispersi che sbandati poi hanno fatto ritorno al reggimento, ma aiutano molto nella ricerca». Attualmente, tramite un centro specializzato, l’associazione ha tradotto le pagine dei registri dei decessi dei reggimenti con presenza di italiani. In totale sono a disposizione 17.400 file che corrispondono ad altrettante doppie pagine di registri dei decessi e considerando che negli anni della guerra sono riportati tre nominativi di caduti per doppia pagina si può ritenere di avere quasi 45mila nominativi di soldati caduti. Da questi dati, considerata la mirata scelta dei reggimenti e una volta estrapolati i nominativi dei pertinenti, consentirà di avere oltre il 95% dei nominativi dei caduti della Contea di Gorizia e Gradisca. Si presume che possano aggirarsi tra i 1000-1500.

«Importante è che questi sono morti ufficiali e non nomi riportati da racconti o domande di pensione fatte da superstiti familiari che come abbiamo verificato più volte venivano fatte anche per persone ritornate sane e salve dalla guerra - sottolinea Panzera -. L’importanza della precisione e autenticità della fonte ci consente di sapere non solo il nominativo del singolo militare deceduto, ma la paternità, maternità, il Comune di pertinenza, la data certa ed il luogo di morte, il cimitero in cui è stato sepolto, il nome del medico che ha redatto l’atto e la causa di morte e del sacerdote che ha officiato le esequie funebri». (fra.fem.)

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