Omaggio ai partigiani al monumento firmato Moreu

RONCHI DEI LEGIONARI. Una storia lunga quasi 40 anni lega l’Anpi di Ronchi dei Legionari ai partigiani sloveni di Opacchiasella. Un legame che trova le sue radici dal monumento che lì si trova e...
RONCHI DEI LEGIONARI. Una storia lunga quasi 40 anni lega l’Anpi di Ronchi dei Legionari ai partigiani sloveni di Opacchiasella. Un legame che trova le sue radici dal monumento che lì si trova e porta la firma di un ronchese illustre. Fu ideato nel 1975 dal ronchese Renzo Moreu, artista scomparso quasi tre anni fa, su commissione della Presidenza dell’allora Repubblica di Jugoslavia, il monumento alla Resistenza “Battaglione Triestino” che si trova proprio a Opacchiasella, frazione di Merna. Il monumento fu inaugurato nel 1978. Ad ogni lato ci sono frasi epiche che hanno caratterizzato la Resistenza e ad ogni lato sono impresse le opere di Moreu con la sua firma ancora oggi leggibile.


Arriviamo al 1984. L’allora sindaco Umberto Blasutti, partigiano e che sotto il suo mandato sostenne la realizzazione di quel monumento, si attivò con la sezione dell’Anpi per avviare il gemellaggio che oggi continua a rinnovarsi con la storica località. Lo spirito trae origine dai primi giorni del settembre 1943, quando, a Ronchi dei Legionari, si costituì la Brigata Proletaria, impegnata pochi giorni dopo nella battaglia di Gorizia. In quella località si formò il Battaglione Triestino del Carso, costituito inizialmente da gruppi superstiti della battaglia di Gorizia, dunque della Proletaria. Ben 14 partigiani erano ronchesi. Si diede vita alla 14.a Brigata d’assalto Garibaldi Trieste che collaborò con il IX Korpus sloveno. Amicizia, pace, fratellanza, ricordo dei caduti, ma anche timore di ciò che accade ogni giorno nelle nostre città, sia italiane, sia slovene sono invece i pensieri espressi dall’Anpi e dalla ZZB NOB Slovenije quando, nei giorni scorsi, è stata posta la corona al monumento dedicato ai caduti partigiani, realizzato nel 1961 a Opacchiasella. Pensieri che matureranno anche quando si è fatta visita al museo nel cimitero di Merna che ricorda l’esodo di oltre 100mila sloveni, costretti a fuggire a causa del nazionalismo italiano, o quando s’è vista quella linea, forse l’unico caso d’Europa, che dividerà per decenni corpi e dolori, nel cimitero, perché i confini non hanno neanche rispetto dei morti. Si è tutti consapevoli che il razzismo, il neofascismo, il nazionalismo sono dietro l’angolo, pronti ad aggredire e colpiscono, ma si è altrettanto consapevoli che questi incontri di amicizia, che andrebbero diffusi e dovrebbero essere sostenuti ancor di più anche dalle nostre istituzioni, sono importanti perché si ritrovano in quei valori storici che consentiranno a italiani e sloveni di riscattarsi e unirsi contro il nemico nazifascista.


Per questo l’Anpi di Ronchi dei Legionari continua a sostenere il gemellaggio, come quello con Metlika, con cui è gemellata a livello istituzionale l’amministrazione comunale, passando da altre importanti tappe come lo è Suhor, località dove è nata la Brigata Fontanot, nella quale militarono numerosi ronchesi.
(lu.pe.)


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