Omicidio Carli, il giallo della telefonata

Intercettata una chiamata della ricercata numero uno, Olivera Ristic Petrovic, latitante. Cominciato il processo per Kostic
Lasorte Trieste 28/01/19 - Tribunale, Ljubica Kostic
Lasorte Trieste 28/01/19 - Tribunale, Ljubica Kostic



Spunta una nuova intercettazione telefonica dall’inchiesta sull’omicidio di Aldo Carli, l’ex gioielliere di settantacinque anni picchiato e strangolato nella sua villa di via del Refosco a Opicina nella notte tra il 19 e il 20 dicembre del 2017. Quattro i serbi ritenuti dagli inquirenti gli autori dell’omicidio. L’indagine è diretta dal pm Federico Frezza.

L’intercettazione figura negli atti del processo iniziato ieri in Corte d’Assise a carico della quarantasettenne Ljubica Kostic, imputata per concorso in omicidio e al momento l’unica della banda finita nelle mani della giustizia italiana. La donna è in carcere dal 28 dicembre 2017. Ma la telefonata non è di Kostic bensì di un’altra serba della banda: Olivera Ristic Petrovic, una donna con cui l’ex gioielliere era in rapporti di stretta conoscenza dal 2011. E a cui l’ex commerciante, in passato, aveva prestato ben 240 mila euro tra contanti e gioielli. La serba probabilmente è la mandante della spedizione assassina nella villa di Opicina. Perché è con lei che la vittima aveva in piedi affari e probabilmente anche favori sessuali.

Petrovic è la protagonista della telefonata intercettata dagli investigatori, fin qui inedita. Siamo a gennaio dell’anno scorso, qualche settimana dopo il delitto e pochi giorni dopo l’arresto di Kostic. Petrovic si finge una parente della detenuta, forse una sorella, e chiama lo studio legale di Paolo Codiglia, proprio l’avvocato che difende Kostic. Perché lo fa? La donna, che si esprime in italiano, si sente braccata e vuole sapere dettagli sull’indagine. Probabilmente cerca di capire se oltre all’amica, già in cella, c’è pure lei nell’elenco delle ricercate. E se la detenuta ha fatto il suo nome. Se ha parlato. La chiamata viene intercettata e geo localizzata: da quanto risulta in quel momento la ricercata si trova in una zona compresa tra Novi Sad e Belgrado. La donna è dunque in fuga all’estero e usa varie identità. Ma poi si perdono le tracce.

Ieri intanto è andata in scena la prima udienza del processo per Kostic. La Corte, presieduta dal giudice Piervalerio Reinotti (giudice a latere Francesco Antoni, sei giudici popolari e due supplenti) ha acquisito le prove del pm, ha stilato l’elenco dei testi ammessi a deporre e ha fissato le date delle prossime udienze.

Oltre a Kostic il processo vede imputati anche gli altri componenti della banda. Due sono latitanti: Petrovic, come detto, e un uomo, Dusan Pejcic. Il quarto è un ex poliziotto che all’epoca dei fatti era compagno della Petrovic, si chiama Milan Pesic: è in carcere in Serbia, detenuto per altre ragioni. Sembra proprio per una rapina commessa a metà novembre con la stessa Petrovic. Nel processo si sono costituiti parte civile il fratello di Aldo Carli, la nipote Francesca (tutelati dall’avvocato Gianfranco Grisonich), la moglie della vittima e le due figlie (avvocato Alessandro Cuccagna). —



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