Omicidio di Gretta: insulti al telefono di casa Console

Gli abitanti di Roiano ricordano i due giovani accusati dell’assassinio e sperano che non ritornino. I vicini: «Ma anche la sua famiglia è vittima di questa tragedia»

TRIESTE. Sembrava un rione tranquillo Roiano. Il mercatino in piazza tra i Rivi, la frequentata sala scommesse, il via vai dei dipendenti della Genertel e del Distretto Sanitario e i negozietti spalmati tra le via Montorsino e Barbariga... Ma covava in grembo una tragedia: l’omicidio di Giovanni Novacco a Gretta, in via Gemona 5. Un dramma maturato all’ombra di quella che doveva diventare Stock Town e del complesso scolastico che ospita gli istituti Brunner e Tarabochia.

È su quelle panchine di largo Petazzi che danno le spalle all’entrata secondaria della Pam che Giuseppe Console e Alessandro Cavalli passavano le loro giornate elemosinando sigarette e bevendo birre. Lì hanno formato la loro “banda”, lì hanno incontrato e “reclutato” i ragazzini che uscendo da scuola e attratti dalla spavalderia di Console si sono dapprima avvicinati alla coppia diventando successivamente oggetto di aggressioni, minacce, prese in giro. Chi risiede in quella zona aveva avuto la vista lunga: si era accorto da tempo che quei due facevano sul serio e che il rione era in pericolo.

«Abbiamo avvisato le forze di polizia più volte - racconta Norma, residente in un appartamento che si affaccia su largo Petazzi - anche quando li vedevamo fare le loro scorribande sul tetto della Pam. Lì sopra ci sono cabine della luce, impianti delicati e avevamo paura». I vicini di via dei Giacinti 20, che temendo ripercussioni preferiscono parlare anonimamente, raccontano che Console scendeva di casa in tarda mattinata. In molti ricordano anche le furiose litigate con la giovane ex moglie prima che lei, spaventata, lo abbandonasse. «Quando incontriamo i familiari per strada la madre e il fratello tengono la testa bassa. Limitano le uscite, a casa loro c’è un silenzio tombale - dicono i vicini - e mi hanno pure detto che ricevono spiacevoli telefonate. Fanno pena pure loro, sono a loro volta delle vittime di questa tragedia». E c’è chi ricorda che per i due allora novelli sposi i genitori di Console prevedevano il trasloco in una delle altre case di proprietà della famiglia.

Cavalli raggiungeva largo Petazzi quando aveva terminato il turno di lavoro. Oggi nel suo piccolo appartamento a due passi da quello della famiglia Console non c’è nessuno. La moglie è ospite in una struttura d’accoglienza. «Conosco Console da quando era piccolo - racconta il titolare della pizzeria Capri, sfondo di molte fotografie pubblicate sulla pagina Facebook ”Beppe Riina” - ma con me non ha mai fatto il furbo. Con Cavalli veniva a mangiasi la pizza, a bere qualcosa ma non esageravano. Roiano è un rione tranquillo: l’unico difetto è che qui si alza parecchio il gomito, si beve abbastanza». Non in tutti i locali la coppia accusata dell’omicidio di Novacco metteva piede, specie in quelli frequentati da gente troppo adulta, con troppe esperienze di vita difficili alle spalle.

«Lo conosco di vista - dice Giovanni Fiegl mentre beve il suo quartino - quella faccia da schiaffi dava fastidio a tutti, importunava le signore anziane, con la bici a tutta velocità sfrecciava sui marciapiedi urtando chi usciva con la spesa e tutti lo evitavano perché sapevano che era un attaccabrighe. In questo locale si vedevano raramente sia lui sia Cavalli».

«Roiano non ha nulla a che vedere con quei mostri - sottolinea furiosa Annarita Leprini - speriamo solo che non tornino mai più a vivere qui».

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